La scorsa settimana, alle prese con il simbolo Pd conteso da più liste a Barcellona (e poi destinato alla lista che sostiene Turrisi) il segretario provinciale Basilio Ridolfo aveva annunciato a Tempostretto (vedi articolo allegato) l’idea di convocare un’assemblea per risolvere una volta per tutte la questione Messina, rimasta congelata per l’ennesima volta da metà marzo, da quando il segretario ha detto: “o il Congresso o mi dimetto”. Dopo l’iniziale stop dei genovesiani e il successivo ripensamento, a tirare il freno sono stati Laccoto e Panarello. Fatto sta che Ridolfo ancora una volta finito nel limbo, ha annunciato dopo per fine aprile,probabilmente il 27, un’assemblea aperta a tutti per uscire dal tunnel nel quale il partito si trova da 2 anni.
Nel frattempo continuiamo ad assistere a scontri, divergenze, proposte, dibattiti, senza che la deputazione muova un dito per scongelare, non il segretario, ma l’intero partito, ormai ibernato a tempo indeterminato.
Dopo la fantasiosa lettera dei tre capigruppo delle liste Pd Santalco, David e Pagano e la rintuzzata dei renziani, a scrivere nuovamente è proprio Paolo David, da quella che giustamente definisce “periferia dell’impero”, una città dimenticata dai vertici del partito, proprio a causa di chi quel partito messinese rappresenta ai piani alti. La lettera è indirizzata al segretario provinciale Ridolfo, al segretario regionale Raciti e al segretario nazionale Renzi.
“Vi scrivo da un avamposto che rappresenta la somma di tutte le contraddizioni, di tutte le fragilità, di tutte le potenzialità di una comunità stanca di essere calpestata, tradita, scartata- scrive Paolo David- Insieme ai colleghi Santalco e Pagano ho sollevato il tema della fiducia da ricostruire come fondamento di una alternativa progettuale in una comunità che ha scelto un Sindaco sulla base del malcontento nei confronti “di chi c'era prima” e che continua a sperimentare malessere nei confronti “di chi c'è adesso”. A Messina emerge che una ripromessa di onestà non è sufficiente se non accompagnata da capacità. Sul piano della capacità questa Amministrazione non si sta distinguendo in meglio. Sul piano della onestà intellettuale … neppure … “. L’affondo di David è però nei confronti di Crocetta, che proprio da Messina ha avuto una gran messe di voti in massima parte targati Pd.
“In diverse occasioni Messina si è fidata di messianiche pavoneggianti sortite ma nulla Crocetta ha mantenuto. Crocetta consegnerà la Sicilia e Messina al disastro totale. Il Presidente è indifendibile senza sottacere che intollerabile è l'ambiguità dell'essere o meno PD. I deputati regionali del mio partito dovrebbero prendere le distanze da questa esperienza così ampollosa nella chiacchiera e così sterile nei fatti. Chiedo ai parlamentari messinesi del PD di negare ogni ulteriore apertura di credito a Crocetta. Il governatore ha fatto macelleria sociale di ogni dramma vissuto da persone, famiglie e imprese, ha posto vicerè sulle Provincie regionali, ha lasciato irrisolti tutti i nodi infrastrutturali, ci ha ingannato sulla via del mare, ha defenestrato un assessore attivo e fattivo come Nino Bartolotta”.
E mentre Paolo David inizia a volgere lo sguardo all’Assemblea regionale, invitando i deputati regionali del Pd Rinaldi,Laccoto e Panarello ad avviare quella sfiducia nei confronti di Crocetta che l’Ars non porterà mai avanti, pena la poltrona, non sarebbe male se i tre deputati iniziassero anche a “scongelare” quel Pd dello Stretto da troppo tempo ostaggio di veti incrociati, paralisi, inchieste, paura di perdere il potere.
A guardare casa nostra è il consigliere Pd, Area Dem (la stessa di David) Nicola Cucinotta che “sconfessa” i tre capigruppo sulla sfiducia ad Accorinti: “Le fughe in avanti sulla mozione di sfiducia ad Accorinti non sono tollerabili, da chiunque provengano, inclusi i tre capigruppo del Pd. Lo dico da esponente dell’Area Dem che non ha nulla da “scambiare al ribasso“ con questa amministrazione. Né posso accettare l'atteggiamento di chi senza alcun titolo, sparito da tempo dal firmamento politico, si arroga il diritto di contestare le scelte o dettare la linea ai componenti il civico consesso dall'esterno. Ritengo che l’eventuale mozione di sfiducia non possa essere posta dal solo Pd cittadino, qualora esistesse, ma da tutta la coalizione nel caso in cui il Piano di riequilibrio venisse respinto dal Ministero e dalla Corte dei Conti. In questo marasma una sola voce si sarebbe dovuta levare, quella del Segretario Provinciale, che da troppo tempo colpevolmente tace. Ed invece negli ultimi tempi ho udito le voci dei renziani della prima ora, del secondo tempo, dell'intervallo, dei renziani in ritardo e trasversali, dei renziani di Adesso Messina, dei cuperliani di prima mano, dei cuperliani della linea rossa, dei civatiani di primo pelo, della riserva dell'area Civati, dei pittelliani, di quel che resta di Pittella, dei riformisti, dei trasformisti, dei misti del PD, dei giovani renziani, cuperliani, civatiani, pittelliani, dei giovani renziani-accorintiani. Un ginepraio in salsa messinese, dove baldanzosi giovinetti, sepolcri imbiancati e "miracolati dalla memoria corta", percepito il grande vuoto, nutrono il sogno di scalare la vetta, di ottenere una candidatura, un posto in lista, una poltrona, un incarico, un ruolo”.
Cucinotta per la verità si è scordato che tra gli stessi eletti nelle liste Pd nel 2013 ognuno va per conto suo e non esiste un solo argomento sul quale si sia registrata la stessa posizione. Del resto proprio questo comunicato, con il quale Cucinotta sconfessa il suo capogruppo la dice lunga sul caos nel quale è il Pd è piombato grazie al fatto che i vertici vogliono che resti così il più a lungo possibile. Se il Pd non esiste a Messina, come sia David che Cucinotta scrivono, è perché ai leader fa comodo che non ci sia una guida, un cambiamento e che Ridolfo non sia messo nelle condizioni di operare.
Intanto i Lab Dem continuano i dibattiti sulle problematiche che investono il territorio: “Il senso di responsabilità di tutti dovrebbe suggerire che non è più dilazionabile il superamento della sostanziale inerzia del partito- scrive il coordinatore regionale LabDem Francesco Barbalace- determinata da chi continua a ritenere che lo stesso sia il luogo per interminabili mediazioni, spesso al ribasso, tra taluni notabili o presunti tali, per un controllo di fatto effimero. Quanto avviene in alcuni importantissimi Comuni della nostra provincia per la formazione delle liste per le amministrative è l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare per definire una proposta e un progetto politico del partito rispetto alle comunità da governare”.
Questa mattina, a Santa Maria Alemanna dalle 10 ci sarà il capogruppo dimissionario dei deputati Pd Roberto Speranza, per presentare le sfide che a livello nazionale e locale l’Area riformista in fase di organizzazione sta preparando. Il dibattito,moderato da Domenico Siracusano,prevede la relazione di chi è stato l’ultimo segretario cittadino, Giuseppe Grioli e la presentazione del “Cantiere della politica”, scuola politica ideata e diretta da Maria Flavia Timbro.
Rosaria Brancato