Il Pd siciliano sempre più nel caos, con le primarie del 16 dicembre che saranno più che altro un monologo con una parte del partito che non parteciperà. Per non parlare poi di possibili ulteriori capitoli in Tribunale.
Uno spettacolo che allontana sempre più gli elettori da un centro sinistra incapace di uscire dal tunnel che ha costruito alacremente con le sue mani negli ultimi anni.
Teresa Piccione, che rappresenta “l’ala sinistra” ha ritirato la candidatura. Di fatto il renziano Davide Faraone corre da solo per la guida del partito regionale.
Il ritiro di Teresa Piccione è solo l’ultima puntata di una serie di scontri che hanno scandito tutte le fasi pre-congressuali e che sono finite all’attenzione della Commissione nazionale di garanzia del Pd.
“Quelle di domenica in Sicilia, saranno le primarie fondative del partito di Renzi e non le primarie del Partito Democratico- ha dichiarato Teresa Piccione, candidata dell’area Zingaretti- Per questo ho deciso di ritirare la mia candidatura. La maggioranza renziana ha impedito lo svolgimento dei congressi dei Circoli e delle Federazioni provinciali, mortificando il libero dibattito degli iscritti e degli elettori e la loro partecipazione. Non intendo concorrere a false primarie senza regole, soprattutto dopo manifestazioni e segnali evidenti – ed inquietanti – della partecipazione di uomini estranei al Partito democratico, che inquinerebbero irrimediabilmente il risultato elettorale del congresso”
L’ultimo riferimento è alle primarie aperte ai non iscritti e alla presenza (decisiva e determinante in molti territori) di Sicilia Futura al fianco di Faraone. C’è poi chi teme che le primarie aperte ai non tesserati possano anche spingere esponenti del centro destra, soprattutto Forza Italia, a votare per il candidato renziano.
La Piccione inizialmente aveva annunciato anche la volontà di ricorrere alla magistratura e non è escluso che possano esserci strascichi di questo tipo.
A spingere Teresa Piccione al ritiro della candidatura è stata la decisione della Commissione nazionale di garanzia del Pd di posticipare al dopo Congresso regionale i singoli congressi provinciali, dando quindi ragione alla tesi di Faraone e dei renziani e torto all’area Zingaretti.
A ruota, dopo il ritiro di Piccione, anche Lillo Speziale si è dimesso dalla Commissione del Congresso mentre Antonio Ferrante commenta: "Quello che doveva essere un congresso di rigenerazione si sta rivelando la messa funebre del Pd Siciliano. Chi ha ancora a cuore le sorti della nostra comunità politica e della Sicilia ha il dovere di fermarsi”
Dal fronte renziano Luca Sammartino è lapidario: “Prima hanno provato a buttarla in caciara, poi, quando la Commissione nazionale di garanzia ha dato ragione a Raciti sono scappati con il pallone in mano” e nel gruppo Pd Ars si prepara la resa dei conti sfiduciando il capogruppo Lupo che si era schierato con Teresa Piccione.
“Ci dispiace che Teresa Piccione abbia deciso di ritirare la propria candidatura perché così facendo impedisce il normale confronto interno al partito e perché a questa scelta ha deciso di accompagnare tutta una serie di insulti che feriscono l’intero Pd”. E’ il commento dei deputati regionali del Pd Luca Sammartino, Michele Catanzaro, Nello Dipasquale, Francesco De Domenico, Luisa Lantieri e Giovanni Cafeo commentando la notizia del ritiro di Teresa Piccione dalla corsa alle primarie siciliane.
“Nelle ultime settimane – aggiungono i deputati del Pd – Teresa Piccione, anziché favorire il dibattito, ha alimentato le contrapposizioni in alcuni territori, permettendo lo svolgersi dei congressi provinciali nonostante non fosse possibile e a confermarlo è dovuta intervenire, fermandoli, la Commissione nazionale di Garanzia del Pd. Teresa Piccione invece di ritirarsi e tentare di cercare una sintesi ha preferito ‘avvelenare i pozzi’. Prevedendo una sonora sconfitta ha optato per le offese e le accuse infondate. Stigmatizziamo questo comportamento lesivo e dannoso per tutto il PD perché abbandonare il campo e, addirittura, tagliare il pallone, non risponde per niente ai principi base della politica cui facciamo riferimento”.
Di fatto il Pd è imploso e domenica alle primarie ed al Congresso ci sarà un solo pezzo di partito ed un solo candidato.
Davide Faraone al momento tace. Nel frattempo dovrà essere la Commissione regionale del Congresso a prendere una decisione in merito.
Intanto anche a Messina nasce il comitato a sostegno della candidatura di Maurizio Martina per la Segreteria nazionale del PD in vista delle primarie di marzo. Il comitato è promosso da iscritti, simpatizzanti e amministratori della nostra provincia e tra questi vede l’impegno di Giacomo D’Arrigo.
“Maurizio Martina e Matteo Richetti hanno in mente un Pd unito, aperto, di giovani e donne. Un Pd di riscossa che riesca a produrre idee e soluzioni e non parli solo di se, con proposte alternative a questo governo pericoloso per l'Italia. Non ne possiamo più delle divisioni che hanno fatto malissimo alla storia del centrosinistra di questi anni. Vogliamo un PD che anche nella nostra realtà torni ad essere presente e protagonista considerato che da quando sono stati ricostituiti gli organi provinciali, iniziative e attività sono del tutto inesistenti e spiegano la crisi di credibilità in cui oggi il partito si trova nella nostra provincia”.
Il Comitato, in via di costituzione ed aperto a quanti vorranno aderire nei prossimi giorni, sarà coordinato da Francesco D’Amico: “La nostra idea è quella di un comitato aperto a tutti e da costruire con chiunque voglia partecipare a questa iniziativa. Il Primo contatto immediato è la mail messinaconmartina@gmail.com con i profili sui diversi social e nelle prossime settimane saranno organizzate iniziative e incontri pubblici in città e tutta la provincia per includere e coinvolgere quanti vorranno dare il loro contributo fuori da correnti e schemi precostituiti”
Rosaria Brancato