Lo start ufficiale scatterà il 5 dicembre ad urne referendarie chiuse, ma in realtà dopo la convention dei 5Stelle a Palermo è già campagna elettorale per le Regionali d’ottobre 2017.
In Sicilia sia il centro-destra che il centro-sinistra hanno un “nemico” comune da abbattere e cioè il M5S, al punto che c’è anche un’ipotesi (al momento sotterranea) di una grande coalizione per strappare la vittoria annunciata al movimento.
Intanto, mentre il Pd deve fare i conti con un’ingombrante presente, ovvero il governo Crocetta, i cui 4 anni di mandato sono diventati uno spot elettorale per i grillini, nonché con le diverse candidature di stampo renziano, sul fronte centro-destra c’è una chiamata alle armi per provare a formare un’ampia coalizione di moderati, sotto l’ala di Forza Italia. In questo caso l’appello è ai centristi dell’Udc ed agli alfaniani di Ncd, entrambi al momento nel governo Crocetta.
Il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè è consapevole che i tempi del 61 a 0 sono lontani anni luce e che la strada per ricostruire il centro- destra deve passare per un’alleanza che metta dentro tutti i moderati, compresi gli ex e nuovi cuffariani e tutti i “cespugli” che gravitano nell’area di centro con scarse simpatie per la sinistra.
Da quando Berlusconi ha affidato le sorti di Forza Italia a Stefano Parisi questo progetto ha avuto un’accelerata in vista delle prossime competizioni elettorali.
Ecco che da oggi a domenica a Catania si terrà la tre giorni di convention “Muovitiitalia16”voluta dall’eurodeputato Salvo Pogliese insieme a Basilio Catanoso e che vedrà i big del partito prepararsi alla competizione del prossimo anno. Nel frattempo lo slogan è: no al Referendum. Subito dopo, il 14 ottobre a Palermo sarà la “prima volta” nell’isola per Stefano Parisi. “Energia per la Sicilia”, in programma nel pomeriggio è stato organizzato da Gianfranco Miccichè. In meno di una settimana Catania e Palermo chiameranno a raccolta quanti si vorranno riconoscere nell’alleanza di centro-destra a trazione forzista. Basterà vedere le presenze e le assenze sia a Catania che a Palermo per iniziare a capire cosa si muove.
L’obiettivo di Miccichè è riunire il centro-destra guardando ad Ncd, che in fondo è “nipote” di Forza Italia ed è nata nel 2014 dopo il divorzio dal Pdl e guardando anche a quella parte dell’Udc più propensa ad un’alleanza con i berlusconiani.
Per quanto attiene gli alfaniani si è registrato qualche “ritorno al primo amore” come nel caso di Renato Schifani e dopo il referendum sarà più chiaro il quadro.
Udc ed Ncd infatti sono alle prese con le rispettive anime interne di chi preferirebbe accasarsi a destra e chi a sinistra. La terza ipotesi, quella di Area Popolare, rischia di non reggere l’ondata d’urto dell’Italicum e delle consultazioni elettorali.
Mentre però in casa Ncd le divisioni sono sotterranee, nell’Udc è guerra aperta tra il segretario nazionale Lorenzo Cesa,che vuole un’alleanza con la destra e il presidente nazionale Gianpiero D’Alia che con cuffariani e uomini di Miccichè non vuol tornare.
Se Cesa sta provando in tutti i modi a “commissariare” il partito, sconfessando i coordinatori eletti ed invitando i 2 assessori Udc a lasciare la giunta Crocetta, D’Alia replica con il silenzio, fa campagna elettorale per il sì al Referendum (il 9 Casini sarà in Sicilia), dà mandato ai suoi di “resistere” e sul coordinatore regionale di Forza Italia si limita a dire “Miccichè chi?”
Più si avvicinano le Regionali e più le sorti dell’Udc sono quelle dello scioglimento o di un divorzio tra le componenti interne. Poi ognuno per la sua strada.
La componente D’Alia sembra orientata verso l’area Pd, non si sa se direttamente nel Pd dello Stretto, divenuto “prateria” dopo il trasloco in massa a Forza Italia dei genovesiani o se attraverso movimenti federati al Pd come Sicilia Futura. Non è un mistero che D’Alia non ha simpatie né per i cuffariani (fu lui a capeggiare la rivolta dei quarantenni contro Cuffaro) né per Miccichè ed una parte di Forza Italia.
Ne consegue che se lo scontro tra Cesa e D’Alia dovesse arrivare fino al divorzio allora nell’Udc che guarda a destra si aprirebbe uno spazio per i moderati di centro-destra,come i cuffariani, gli ex lombardiani.
Da qui l’ipotesi che anche Francantonio Genovese, che all’area cuffariana è vicino, possa decidere di lasciare il recente approdo di Forza Italia per “riempire” quell’Udc lasciata vuota da D’Alia. Ipotesi non peregrina anche perché Genovese in azzurro era una new entry e dovrebbe vedersela con forzisti della prima ora e di ritorno. Quanto a Parisi, che ha il mandato di ricostruire il centro-destra, non è detto che faccia ponti d’oro alle truppe genovesiane alle prese con inchieste e processi. Per Genovese invece riempire gli spazi lasciati vuoti da D’Alia potrebbe essere l’occasione per avere maggiore autonomia rispetto a quella che avrebbe in un condominio affollato come Forza Italia.
Ancora è presto per parlare di fantapolitica,ma basterà contare assenze e presenze tra Catania e Palermo nelle due convention per iniziare a tirare le fila.
Rosaria Brancato