“Non ci sono idee di destra o di sinistra, ci sono solo buone o cattive idee”, dice Luigi Di Maio. Ora, posso comprendere il rifiuto di Di Maio di utilizzare concetti ritenuti ormai superati -destra e sinistra- per valutare la natura di una proposta ma rimango alquanto perplesso sul criterio che lo stesso Di Maio propone in alternativa, ossia quello di buono o cattivo.
Se non si vuole cadere nella facile tentazione di ritenere buono “ciò che ognuno di noi -la Casaleggio Srl? – ritiene tale”, forse Di Maio dovrebbe esplicitare l’obiettivo finale che si intende raggiungere e rispetto al quale avrebbe senso parlare di una buona proposta, ossia di una misura conducente e coerente in relazione al progetto finale. Ma qui nasce il problema!!!
Se la bontà di un’azione dipende dall’obiettivo finale, e quindi da come il movimento cinque stelle pensa debba essere organizzato il sistema economico, politico e sociale perché possa essere riconosciuto giusto e legittimo, allora si ritorna inevitabilmente al punto di partenza e, dunque, alla questione delle idee di destra o di sinistra.
Non sono state, infatti, le analisi su come dovrebbero essere organizzati i macro sistemi sociali ed economici che hanno dato forma e sostanza ai concetti di destra e sinistra? Non sono state le analisi critiche rivolte a tali sistemi a dare contenuto alle diverse posizioni politiche che si sono registrate nella storia e che hanno determinato la ricchezza o il fallimento dei popoli? Come esci, caro Di Maio, da questa palese contraddizione? Forse sarebbe stato meglio tacere.
Michele Limosani