Una nuova riunione. L'ennesima di una lunga serie di tavoli, confronti, scontri, faccia a faccia, incontri. Al centro ancora una volta il destino dei lavoratori di Messinambiente, il futuro della MessinaServizi, la tutela di 480 dipendenti e il rispetto di un percorso normativo ormai chiaro e inequivocabile. C'è ancora da decidere quello che è stato il nodo caldo dell'operazione: il modo in cui i lavoratori saranno trasferiti alla nuova società. Oggi però ci sono delle differenze importanti rispetto a quanto accaduto in questi mesi: intanto dal 1 marzo la MessinaServizi ha iniziato a lavorare a pieno regime e a svolgere quei servizi che per vent'anni sono stati in mano a Messinambiente e lo ha fatto utilizzando i dipendenti di Messinambiente in distacco. Nel frattempo è anche arrivato un parere dalla Regione che lascia poco spazio a dubbi, manovre o interpretazioni: i lavoratori devono transitare rispettando la Legge 9 del 2010 che prevede il passaggio tramite Srr, così come tra l'altro avevano già indicato le linee guida dell'Ispettorato del Lavoro di Messina, che la stessa Regione richiama. Quindi in teoria la riunione di oggi dovrebbe solo mettere al tavolo gli attori di questa infinita è complicata partita per chiudere un'operazione che è stata trascinata per mesi e che adesso vede nel prossimo 30 aprile l’ultimatum.
Una partita iniziata lo scorso 18 agosto, quando i giochi sembravano chiusi con un accordo che prevedeva il passaggio diretto dei lavoratori, prima dell'Ato3 e poi di Messinambiente, ignorando la Legge 9 e la Srr. Ma se da un lato alcuni sindacati con in testa la Cgil firmarono con convinzione, dall'altro la Uil pose degli interrogativi sulla legittimità della procedura e così si aprì quella voragine sindacale che in questi mesi ha tenuto in ostaggio tutta la procedura. In un clima sempre più avvelenato però a ottobre i lavoratori Ato3 passarono a MessinaServizi rispettando proprio la Legge 9 e addirittura prima ancora lo stesso accadde per i lavoratori di Messinambiente del cantiere di Taormina. Quindi sembrava quasi automatico procedere allo stesso modo anche per tutti gli altri dipendenti di Messinambiente. Ma così non fu. E sono stati sprecati 9 mesi. Ad un certo punto è entrato in ballo anche il vero punto dolente dell'operazione: il concordato di Messinambiente. La procedura di trasferimento dei dipendenti è stata legata da amministrazione e società al concordato depositato in Tribunale per evitare il fallimento e soprattutto alle conciliazioni proposte ai dipendenti. Le due strade dovevano rimanere separate, invece il ruolo dei lavoratori/creditori ha innescato un sistema per cui le transazioni con Messinambiente, utili ai fini del concordato, sono state trasformate nello strumento per guadagnarsi il passaggio alla nuova società. Su questo terreno si è consumata una vera e propria guerra tra i due fronti sindacali, con la Cgil che ha sostenuto le proposte di conciliazione e ha continuato a battersi con forza per il trasferimento diretto, e l'asse Uil-Cisl-Fiadel che invece ha sempre battuto i pugni per la strada della Srr e della Legge regionale. Nel mezzo l’amministrazione Accorinti, che per diversi mesi ha deciso di non decidere optando più per il passaggio diretto, Messinambiente e il suo legale, che in una prima fase avevano mantenuto una posizione abbastanza neutrale per poi allinearsi sul passaggio diretto che è diventato una delle carte in gioco in chiave transazioni e concordato, MessinaServizi, che ha sempre mantenuto una posizione più defilata, non prendendo posizione sulle modalità di passaggio dei lavoratori ma ribadendo la necessità di fondare una società solida e senza i fardelli che hanno affossato Messinambiente. Per mesi si è andati avanti a suon di polemiche, incontri senza soluzioni, prese di posizione anche durissime come l’esposto in Procura presentato da Cisl, Uil e Fiadel. Un mese e mezzo fa poi l’ultimo tavolo in Prefettura, la richiesta di parere alla Regione, la risposta arrivata pochi giorni fa, la convocazione della riunione da parte della Srr su sollecito dell’assessore Ialacqua. Fino ad arrivare ad oggi, giorno che potrebbe finalmente chiudere un’odissea lunga e travagliata. Dal fronte sindacale il clima che si respira appare meno ostile e anche la Cgil sembra aver smorzato la sua posizione rispetto alla netta contrarietà espressa in questi mesi: «Mi auguro che l'amministrazione si presenti con una proposta utile a salvaguardare tutti i lavoratori, al fine di superare le contraddizioni del passaggio alla Srr senza perdere ulteriore tempo. La Cgil e la Fp Cgil –dicono la segretaria Clara Crocè e il segretario della Fp Francesco Fucile– avevano indicato una strada nell'ambito della Legge 9 che tutelava tutti lavoratori, adesso se ne vuole seguire un'altra, dunque che si faccia senza alibi e senza scuse, ma salvaguardando tutti i lavoratori».
Il messaggio che arriva dalla Uil e dal segretario della Uiltrasporti Michele Barresi è altrettanto perentorio: «Bisogna chiudere subito l’operazione, sono stati sprecati inutilmente nove mesi e adesso non c’è più tempo da perdere anche perché il quadro è chiarissimo, la Regione si è espressa e la strada è segnata. Come abbiamo fatto in questi mesi continuiamo a ribadire che tutta l'occupazione dev’essere tutelata, ma allo stesso modo ripetiamo il nostro fermo e secco no a interessi e rendite di posizione che non interessano la maggioranza dei lavoratori che dopo tutto questo tempo meritano finalmente delle certezze. Archiviamo questa fase e pensiamo alla nuova società. Con tutto il rispetto per le parti, è il momento di cambiare interlocuzione e aprire con la nuova governance di MessinaServizi il confronto su piano industriale e piante organiche. Il nuovo Direttore generale ha subito lanciato la sfida di un'azienda pubblica che sappia dare risposte alle esigenze della città, la Uil accetta la sfida e rilancia nella convinzione assoluta che serve il coraggio della discontinuità con le logiche fallimentari del passato».
«Si prenda atto di quanto stabilito nella direttiva della Regione sul passaggio dei lavoratori di Messinambiente a Messina attraverso la Srr» dice anche la Cisl di Messina che invita tutte le parti in causa ad accelerare i tempi e «ad evitare ulteriori alibi per ritardare un procedimento che sin dall’inizio doveva essere portato a conclusione secondo i dettami della Legge regionale 9. Lo abbiamo sottolineato sin dall’inizio della vertenza. Oggi, però – aggiunge la segreteria della Cisl – è arrivato il momento di remare tutti verso l’unico obiettivo dell’avvio definitivo di un servizio funzionale ed efficiente e della salvaguardia dei livelli occupazionali riportando serenità tra tutti i lavoratori che hanno vissuto un periodo di grande confusione e preoccupazione».
Questa giornata potrebbe dunque essere il vero spartiacque che chiude l’operazione.
Francesca Stornante