L’ordinanza sul transito dei Tir, l’ecopass, i controlli, le tariffe agevolate, numerosi i problemi sul tappeto alla vigilia di una minirivoluzione dell’attraversamento che, nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrebbe portare a liberare il centro dai mezzi pesanti. Ma ci sono alcuni dati che meritano attenzione: il ribaltamento delle percentuali di tir tra Tremestieri e San Francesco dal 2007 al 2012 e la discrepanza tra gli incassi ecopass e l’effettivo numero dei mezzi transitati.
“Vogliamo che l’intero traffico pesante utilizzi Tremestieri, ma dobbiamo concentrarci su alcuni aspetti come gli effettivi controlli e le conseguenze derivanti dall’applicazione delle rotte di sicurezza- spiega Tiziano Minuti, responsabile del personale e delle relazioni industriali della Caronte-Tourist- Se vogliamo raggiungere quel risultato dobbiamo lavorare insieme partendo dal presupposto che il flusso dei tir non è costante né totalmente prevedibile e che senza i controlli reali e gli interventi all’approdo a Sud non otterremo nulla”.
Nel 2006-2007 Tremestieri operava a pieno regime, ma non era soltanto questo l’elemento che spingeva gli autotrasportatori ad utilizzare l’attracco. Dati alla mano, nel 2007 la percentuale che andava a Sud era del 72,1% (465.762 tir), mentre quella che utilizzava la Rada era del 27,9% (179.829 tir). Cinque anni dopo la percentuale si è ribaltata. Nel 2012 i tir diretti a San Francesco sono stati 338.081 con una percentuale del 76,6%, mentre hanno scelto Tremestieri 103.348 mezzi pesanti, pari al 23,4%. La percentuale ribaltata lascia perplessi se si tiene anche in considerazione il fatto che complessivamente il volume di traffico pesante è diminuito di circa 200 mila mezzi e pertanto lo spostamento così massiccio del transito alla Rada non può essere giustificato dalle lunghe attese a sud, dal basso numero di corse o dalle cattive condizioni meteo o del molo.
“Con Tremestieri a pieno regime e con la regolarità dei controlli gli autotrasportatori utilizzavano l’attracco a sud- continua Minuti- Ma con il passare degli anni le cose sono cambiate. Hanno capito che non c’erano controlli, che l’attracco non era sempre utilizzabile, che si poteva facilmente bypassare e scegliere la tratta più breve e più comoda. Sono una categoria molto compatta. Noi inoltre non abbiamo il potere di rimandare indietro i camion, siamo una società privata, non abbiamo compiti di ordine pubblico ed in ogni caso non esiste il divieto di utilizzo della Rada. Le scelte degli autotrasportatori sono state determinanti in questo cambio di percentuale. In biglietteria non abbiamo né il potere di rimandare indietro il mezzo né quello di chiedergli da dove viene, se dalla statale o dal Boccetta”
Secondo la società quindi, dal 2007 in poi, in coincidenza con i problemi a Tremestieri, la riduzione dei controlli da parte dei vigili urbani ed un’ordinanza sui pass che faceva acqua da tutte le parti (con la complicità di tutti), i camionisti avrebbero determinato il movimento dei flussi e non, come sarebbe stato più naturale, il contrario. Dovrebbe essere l’ubicazione dei moli a determinare il flusso.
Lo stesso sistema dei pass non ha funzionato per diverse ragioni, non solo perché molti non li hanno mai consegnati o perché c’era una distribuzione “di manica larga”, ma anche perché, spesso, agli imbarchi privati quando si presentava un tir non si aveva l’obbligo di chiedere “da dove vieni, ti rispedisco indietro se non hai il pass”. L’esibizione del pass non era obbligatoria, per non parlare del fatto che le condizioni meteo hanno spesso fornito l’alibi.
“Io però mi chiedo- sottolinea Minuti- se in 10 giorni sono stati elevati 250 verbali è indicativo non solo del fatto che i camionisti non rispettavano l’ordinanza ma evidentemente anche del fatto che in passato non ci sono stati controlli così rigorosi. Siamo consapevoli che i vigili urbani sono pochi e che i tempi di navigazione a sud sono lunghi, anche per via dell’introduzione, dopo la tragedia del Segesta, delle rotte di sicurezza che allunga la percorrenza dai precedenti 35 minuti ai 46. E’ su questi fattori che dobbiamo intervenire. Noi siamo anche pronti a contribuire per gli straordinari alla polizia municipale, è nostro interesse spostare a sud il traffico. Se vogliamo che da gennaio tutto funzioni dobbiamo concentrarci sin da adesso su questi fattori”.
Un'altra riflessione meritano le cifre dell’ecopass, alla luce di un’ordinanza quanto meno da rivedere. Accorinti ha diffuso i dati dei proventi consegnati all’amministrazione. Il raffronto tra le somme versate e il numero di mezzi lo possiamo fare però solo per il 2012, unico anno nel quale l’ecopass è stato applicato con costanza. Nel 2012 la Caronte ha versato al Comune per introiti ecopass 1.298.861,22 euro. Le auto devono pagare 1 euro di ecopass e i tir 3 euro (30 euro nel caso in cui dovessero usare San Francesco con Tremestieri a pieno regime e in condizioni meteo ottimali, fatto questo mai avvenuto, pertanto non è mai stata applicata questa tariffa). Prendendo però i dati d’attraversamento leggiamo che i tir transitati dalla Rada nel 2012 sono stati 338.081, che, moltiplicati per 3 euro, sono 1.014.243 euro, le auto sono state 1.526.213, che moltiplicato per 1 euro sono 1.526.213 euro. Sommando le due cifre il totale è 2.540.456 euro. Nelle casse comunali è confluito 1 milione 298 mila 861 euro, all’appello manca la metà e, pur ammettendo un elevatissimo numero di residenti, che non pagano l’ecopass, il divario c’è. Se ci spostiamo a Sud, nel 2012 la Terminal Tremestieri ha versato per l'ecopass al Comune 22.936,76 euro e la Meridiano 48.207,50 euro. Nello stesso anno i transiti delle auto sono stati a sud 1.495 ed i mezzi pesanti 103.348. Anche in questo caso i conti non tornano, perchè per l'ecopass dei tir avrebbero dovuti essere incassati 310.044 euro (e anche sommando le cifre di Terminal e Meridiano non si arriva a quella cifra) e per le auto 1.495.
“Noi riscuotiamo soltanto- risponde Minuti– l’ecopass è inserito nel biglietto automaticamente. Non possiamo controllare se realmente un automobilista è residente, soprattutto se c’è fila. Quando qualcuno ha chiesto controlli gli utenti hanno protestato”. Sia per il pass che per l’ecopass insomma, il sistema si basa in gran parte “sulla fiducia…” Per una migliore gestione dell’ecopass, come rilevato dalla stessa Caronte, sarebbe opportuno affidare ad esterni, come gli ausiliari del traffico, la riscossione. L’ordinanza dovrebbe essere modificata alla luce di queste incongruenze se davvero si vuol tutelare l’interesse della comunità. Quanto alle tariffe agevolate per residenti alla lettera del sindaco ha risposto lo stesso Vincenzo Franza spiegando i motivi dell’impossibilità di attuarle.
“Noi non siamo titolari del diritto di continuità territoriale, deve essere l’amministrazione a farli valere-conclude Minuti– Il ministero dei trasporti stanzia una cifra notevole per la continuità territoriale che viene destinata ad Rfi. Noi diciamo, attraverso una cabina di regia sovra- regionale discutiamo in che termini utilizzare queste risorse non per Caronte-Tourist ma per servizi, infrastrutture ed agevolazioni dirette ai residenti. Noi non siamo vettore pubblico né usufruiamo di sostegni alla continuità territoriale ma se le risorse del ministero venissero redistribuite sul territorio in modo diverso allora ne potrebbero beneficiare due regioni”.
In allegato il comunicato stampa del Partito Comunista dei lavoratori con il quale si chiede ad Accorinti una politica sui tir più "incisiva"
Rosaria Brancato