Mentre Renzi, Berlusconi e Grasso, catapultavano da tutta Italia i candidati da blindare in Sicilia, terra di colonizzazioni sin dagli anni scorsi, lui è l’unico messinese che ha fatto il percorso inverso, dallo Stretto fino in Lombardia.
Il deputato uscente Enzo Garofalo è infatti capolista nel Collegio plurinominale n°2 della circoscrizione Lombardia 1. La lista è la cosiddetta “quarta gamba” del centro-destra, “Noi con l’Italia” (che vede insieme Udc, gruppo Lupi e gli autonomisti di Romano).
Garofalo è il capolista, mentre a seguire ci sono Maria Rosaria Saulino, Maurizio Lupi, Claudia Antonicelli.
In Sicilia sono due gli ex alfaniani che sono stati schierati al nord: il messinese Enzo Garofalo e la palermitana Simona Vicari (ex sottosegretaria ai trasporti). In “cambio” sempre con la lista Noi con l’Italia, è atterrata in Sicilia, nel collegio di Palermo Gabriella Carlucci.
L’ex ministro Lupi (l’unico che si è dimesso in periodi in cui non va di moda) lo ha sempre voluto al fianco in gran parte delle tematiche legate ai trasporti ed in questi anni non è mancata la collaborazione su varie tematiche.
“In caso di elezione sarò un parlamentare messinese che lavora con logica nazionale- dichiara Garofalo– Certo avrei voluto essere candidato nella mia terra ma per una serie di logiche legate alla legge elettorale non è stato possibile. Lupi mi ha fatto la proposta per quella circoscrizione. Essere parlamentare significa lavorare su logiche nazionali. Ma Nord e Sud devono camminare insieme ed il Mezzogiorno deve essere supportato in modo tale da superare il gap. In ogni caso la priorità alla quale guardo sarà puntare ad un Paese che abbia autorevolezza in Europa. Da soli nel mondo non possiamo starci, siamo troppo piccoli. Non allontaniamoci dall’Europa. All’Italia serve una guida sicura che ci rappresenti in modo autorevole pur difendendo le nostre forze, come il made in Italy ad esempio”.
La campagna elettorale la farà in Lombardia, partecipando a tutti gli eventi ed i dibattiti, cercando di contribuire a quella soglia del 3% che può consentire l’assegnazione di eventuali seggi. Mentre in Sicilia sia l’Udc che gli autonomisti di Romano sono la forza trainante della “quarta gamba” del centro-destra, in Lombardia è Noi con l’Italia.
Per Garofalo un “ritorno” alla casa madre, sia pure non in Forza Italia. Il divorzio da Berlusconi per aderire ad Ncd nel 2013 e le successive scelte in AP fino alle Regionali di fatto non gli hanno consentito una ricandidatura sotto le bandiere azzurre.
“Sarebbe stato più facile per me nel 2013 fare altre scelte ed anche negli anni successivi. Invece con Alfano abbiamo provato a realizzare cose per i territori. Nel mio piccolo, grazie al lavoro congiunto con i deputati siciliani e con il ministro Lorenzin ho contribuito non solo alla nascita dell’Irccs-Piemonte ma anche ai 91 milioni di euro di finanziamenti destinati alla riqualificazione ed adeguamento della struttura sanitaria. Penso poi alle decisioni su Metromare, se ci sono le condizioni per un adeguato collegamento tra le due sponde è grazie al mio impegno. Penso allo svincolo di Milazzo, alle due navi nuove RFI. Se avessi fatto altre scelte sarei oggi facilmente ricandidabile in Forza Italia ma non avrei lasciato nulla al territorio. Quindi sono soddisfatto di quello che ho fatto, non sono pentito. E vado avanti”.
Potrebbe essere per la pattuglia dei deputati messinesi, eletti nella nostra circoscrizione, al di là dei partiti di provenienza “il dodicesimo uomo in campo”, anche se il sistema elettorale partorito da Ettore Rosati è veramente insondabile.
Rosaria Brancato