Nel pasticcio delle parlamentarie del M5S c’è di tutto: c’è chi ha presentato regolarmente la candidatura ma non risulta, chi si ritrova candidato “a sua insaputa” senza aver presentato la richiesta, chi contesta l’esclusione, chi punta il dito sulle “cordate” per organizzare i clic a favore di Tizio piuttosto che di Caio. I rallentamenti che si sono registrati sulla piattaforma Rousseau nella seconda giornata delle parlamentarie hanno fatto andare in tilt il sistema ed i “nervi".
Da Palermo c’è chi scrive: "Votare su Rousseau è roba da fanta-horror", mentre a Roma spunta il caso di profili vuoti o senza foto. Il telefono dell’avvocato Lorenzo Borrè, diventato nei mesi scorsi il legale di quanti sono rimasti fuori dalle primarie on line, non ha smesso di squillare per tutto il giorno e si annunciano piogge di ricorsi.
Tra gli esclusi che protestano ci sono molti “dissidenti”, che lamentano motivazioni strumentali rispetto alle giustificazioni ufficiali.
A tenere banco è stato un audio, che si può ascoltare sul blog Supernova, il cui testo è questo: "sta succedendo un manicomio. Il sistema è andato in tilt, mancano troppi candidati all'appello, addirittura manca anche un candidato senatore uscente. Il sistema non sta funzionando. L'ordine è di non votare per adesso e di aspettare la giornata di domani sperando che il sistema si aggiusti da solo; altrimenti saranno rinviate queste parlamentarie. È una malacumpassa allucinante e io comincio ad essere stanco di tutti questi problemi creati dallo staff per incompetenze ormai palesi a tutti. Ti prego di girare questa richiesta di sospensione del voto anche alle persone che tu hai contattato per i clic. Ti abbraccio, ciao".
Sembra che l’audio sia stato fatto arrivare al blog da “attivisti messinesi”, e l’accento (come si comprende anche dal termine malacumpassa), sembra catanese. L’attenzione è tutta su quella frase: l’ordine è di non votare adesso ed aspettare domani. Frase che fa presupporre l’organizzazione di “cordate” che indirizzano i voti verso una persona piuttosto che per un’altra.
Dal M5S si getta acqua sul fuoco “oltre 15 mila candidature sono tante, è normale che ci siano rallentamenti. Le nostre non saranno liste blindate ma partecipate”.
Caos anche in Sicilia, per gli stessi motivi che nel resto del Paese, con le proteste degli esclusi che non si ritrovano negli elenchi e sospettano “cordate o venti contrari”
C’è chi invita alla pazienza e chi preferisce rivolgersi all’avvocato e preparare il ricorso, ma quanto accaduto in questi due giorni sicuramente comporterà un’onda lunga di polemiche e contenziosi.
Rosaria Brancato