Più che al voto utile a Messina in tanti stanno pensando al “voto per dispetto”, una sorta di voto per antipatia in modo tale che alle urne vincerà chi ha il rivale che sta più antipatico a tutti.
Nel centro-destra le candidature delle preferite del capo calate dall’alto hanno fatto storcere il naso a tanti, così che sia in Forza Italia che tra gli alleati c’è chi, per dispetto dirotta i voti verso il M5S (con l’idea che sia il competitor che ha maggiori possibilità di vincere). Altra parte del centro-destra, sempre per dispetto, dirotterà i suoi voti verso il Pd e Sicilia Futura (per abbassare la percentuale azzurra). Nel barcellonese, area vicina al deputato regionale Calderone c’è chi, contro le scelte di Miccichè, farà votare Casa Pound così ha la matematica certezza sia di contarsi che di non aiutare, vista la legge elettorale, il candidato o candidata all’Uninominale schierato dalla coalizione (in base al Rosatellum infatti se voti un qualsiasi partito di quella coalizione il voto va automaticamente al candidato del Collegio uninominale). Nel contempo votare Casa Pound non rafforza i 5stelle o il Pd.
Di contro nel Pd c’è chi per far dispetto a Renzi e a Faraone dopo aver votato contro alle Regionali (contribuendo alla sconfitta) “reitera” il gesto, dirottando i voti verso il M5S oppure Liberi e Uguali. Il partito fondato da Grasso ha già comunque raccolto le adesioni dei delusi del Pd, ma di quelli “ufficiali”, mentre il voto per dispetto cova di nascosto e si palesa nelle urne. Liberi e Uguali è quindi già nato come partito che si rivolge al “voto per dispetto”. Verso questo partito sono diretti anche molti dei delusi da quanto accaduto e sta accadendo in questi giorni nel M5S sia in merito alla formazione delle liste che a candidati a vario titolo “impresentabili” (tra vicende legate ai rimborsi piuttosto che al massone). Dove andranno i delusi dei 5Stelle lo si scoprirà il 4 marzo anche se difficilmente potrebbero andare a favore del Pd. Più probabile, proprio per dare più forza al “dispetto”, un voto col naso tappato verso il centro-destra, giusto per potenziare il competitor dato come favorito.
In questo quadro a mancare è il voto per, indipendentemente dalle possibilità che quel partito ha. In sostanza si guardano più i sondaggi che non i programmi con un gravissimo danno per la Sicilia e Messina.
Non si può votare per fare il dispetto a Tizio il rivale che ha maggiori possibilità di vincere, ma che magari è Attila. Mai come in questa elezione, proprio perché stiamo parlando di chi dovrà rappresentarci in Parlamento e quindi nel massimo scranno possibile, dovremmo guardare IL CANDIDATO E IL PROGRAMMA, anche se Piepoli o Pagnoncelli o Madia o Demopolis danno quel partito al 2%.
Il nostro futuro non può dipendere né dagli umori né dalle mode del momento.
Il marito che per dispetto alla moglie fedifraga si evira può andare bene per le barzellette ma non per la vita reale.
Magari il candidato o candidata che abbiamo scelto perderà, ma non avremmo perso la dignità del voto e della nostra coscienza.
E’ questo il senso delle elezioni, votare chi pensiamo che meglio ci rappresenti, la persona nella quale riponiamo massima fiducia perché pensiamo abbia le qualità, le competenze, la passione o qualsiasi altro dettaglio che per noi è importante.
Evirarci per fare un dispetto a chi ci ha deluso è la peggiore espressione del voto. Magari si vince nell’urna ma si perde dentro.
Rosaria Brancato