Mentre le primarie per la segreteria regionale del Pd si stanno trasformando in una prova di muscoli per l’area Genovesiana, (a sostegno dell’uscente Giuseppe Lupo) che spinge per moltiplicare i gazebo, il rischio è che il braccio di ferra faccia saltare il banco. Intanto le altre aree continuano gli incontri con gli altri due candidati, Fausto Raciti (sostenuto dall’asse Cuperlo-Renzi-Crocetta) e Antonella Monastra (area Civati).
In mattinata è tornato in città (vedi articolo allegato) Fausto Raciti, 29enne, parlamentare, segretario nazionale dei Giovani Democratici, e che alle primarie dei circoli ha raggiunto il 69,80%, ed ha incontrato i giornalisti nella Sala ovale di Palazzo Zanca alla presenza dei rappresentanti delle diverse aree che lo sostengono.
Presenti infatti alla conferenza stampa Giuppi Siracusano, Giacomo D’Arrigo, Alessandro Russo, Liliana Modica, Nicola Barbalace, Franco Providenti, Giuseppe La Face (per il Megafono), Filippo Panarello, il consigliere comunale Claudio Cardile e per le Acli Giovanni Gallo.
“Raciti rappresenta la sintesi di un percorso che vuole puntare al rinnovamento- ha spiegato Giuppi Siracusano, area cuperlo- Conosciamo bene le sue qualità avendole viste nelle comuni esperienze nelle giovanili. In questo momento a Messina il partito continua ad attraversare enormi difficoltà, con logiche che pensavamo di avere superato. Ma il Pd non è un taxi dove si sale e si scende a piacimento e senza pagare la corsa. Siamo qui perché crediamo nel rinnovamento anche a Messina”.
Nei giorni scorsi, dopo il letargo delle primarie nazionali del Pd, sembra essersi risvegliata l’area Genovese, a sostegno di Lupo, reclamando l’aumento dei gazebo dagli 8 delle primarie nazionali ai 13, in virtù di un non precisato ed improvviso interesse dei messinesi per l’elezione del segretario regionale, interesse persino maggiore che per le primarie a sindaco, quando i seggi furono 12….
Il gruppo vuol quindi mostrare la forza dei numeri, preparandosi ad un’altra prova muscolare, quella di marzo e della segreteria cittadina.
“Per noi Raciti rappresenta la migliore sintesi ed anticipa la voglia di unità che c’è nell’aria- ha aggiunto Alessandro Russo, renziano- A Messina abbiamo bisogno di discontinuità, ma stiamo incontrando difficoltà nel confrontarci con la segreteria provinciale, pertanto faremo appello agli organismi regionali affinchè in città si ritorni ad una dialettica normale”.
A distanza di pochissimi mesi sono infatti apparsi evidenti tutti i limiti del “candidato unico” genovesiano Basilio Ridolfo, un’operazione a tavolino e fallita al primo giro di boa. La “tipicità” del caso-Messina, che vuol rinnovare ma rischia di restare inghiottita dal passato, è stata al centro di tutti gli interventi.
Se Giuseppe La Face, per il Megafono, ha ribadito la volontà di contribuire ad un percorso unitario e di sintesi, Giovanni Gallo ha portato il sostegno delle Acli, nell’auspicio di un sempre maggiore rapporto tra base e partito. L’ex sindaco Providenti si è soffermato sull’importanza di un cambiamento che rischia sempre di essere soffocato da logiche che si ripetono nel tempo.
“Messina non deve essere più considerata periferia dell’impero dal Pd- ha detto Nicola Barbalace, Progressisti Democratici- Dal 17 febbraio deve tornare ad essere centrale anche per il partito, dobbiamo rimboccarci le maniche”.
Liliana Modica ha sottolineato i punti del programma di Raciti che riguardano i giovani e il lavoro “Anche la Sicilia deve finalmente cambiare verso. Abbiamo bisogno di giovani che abbiano le idee chiare e sappiano scontrarsi con i poteri forti. Quella di Raciti è una scelta valoriale, la politica è impegno sul campo”.
Anche Giacomo D’Arrigo, neo presidente dell’Agenzia nazionale delle politiche giovanili, si è soffermato sulla “marginalità di Messina in ogni campo, dal governo regionale alle scelte del partito”.
Le varie anime del Pd messinese chiedono ai vertici regionali del partito più attenzione in un momento delicato, che sarà da spartiacque rispetto al futuro. Mentre ovunque si “cambia verso”, sembra che in riva allo Stretto sia una missione impossibile. A due giorni dal voto del 16 infatti le polemiche sono sempre più roventi, a scapito dell’organizzazione delle primarie.
“La mia è una candidatura di sintesi- ha commentato Fausto Raciti- Io non mi sono candidato, ma diverse anime del partito hanno cercato l’unità in un Pd dilaniato da forze opposte, quelle conservatrici, che vedono nella spesa pubblica l’unico modo per avere consenso e quella che punta invece all’idea rivoluzionaria di uno sviluppo serio, possibile, concreto. Costruire il Pd non significa puntare sul “pensiero unico”, ma unire le diverse anime, lasciando alle spalle il partito delle satrapie. Anche i rapporti con la Regione devono essere diversi. Abbiamo vinto per una serie di ragioni, perché gran parte dei siciliani non sono andati a votare e perché il centro-destra era diviso. Ma nei rapporti con Crocetta non possiamo oscillare tra il comportamento di chi chiede col piattino e quello di chi alza la voce all’improvviso.
La battaglia è ancora aperta, ma in caso di vittoria possiamo scrivere una pagina di storia nuova per il Pd e per la Sicilia”.
Sulle caldissime vicende messinesi non entra nel merito ma ribadisce che “il Pd a Messina deve tornare a fare primarie normali e secondo il principio della trasparenza. Il Pd è un partito pluralista, altrimenti si trasforma in satrapia. Ma è chiaro che l’autorevolezza di un partito deve essere il primo passo non solo nei confronti dei messinesi ma nei confronti degli stessi tesserati e dirigenti”.
Domani alle 11, nella sede in via Castellammare conferenza stampa della candidata alle primarie regionali Antonella Monastra, area Civati. Sarà presente anche il senatore Corradino Mineo.
Rosaria Brancato