Il passaggio di padre in figlio del bacino elettorale in casa Genovese sta creando non pochi imbarazzi al candidato Presidente del centro-destra Nello Musumeci. Nei giorni scorsi aveva rivolto ai partiti che lo sostengono l’appello alle liste pulite, senza impresentabili: “Meglio avere 20 mila voti in meno”. Poi ha corretto il tiro, facendo capire che non può controllare tutto quello che accade nelle retrovie. Finirà col dire “non è colpa mia se gli elettori li votano”.
Ma il caso di Luigi Genovese, che a soli 22 anni e senza aver mai fatto politica attiva (del resto sarebbe anche anagraficamente impossibile), ha “ereditato” i voti del padre e dello zio (entrambi condannati nel processo Corsi d’oro), sta creando una situazione di vero e proprio imbarazzo. Musumeci alla presentazione della candidatura di Genovese junior non c’era. Stando ai numeri ed alla prova di forza che l’ex sindaco di Messina ha voluto fare al Palacultura, Luigi Genovese approderà all’Ars e porterà in dote al centro-destra un nutrito bacino elettorale.
Così facendo però, con quella plateale dimostrazione di peso elettorale, Genovese ha messo nei guai Musumeci, che adesso ha prestato il fianco a scontati ed inevitabili attacchi, sia dai rivali in campo, che interni. I malumori all’interno del centro-destra per quella candidatura infatti ci sono. E Musumeci sta riflettendo.
Il primo a sparare a pallettoni è stato Giovanni La Via, sabato a Palazzo Zanca: “L’elettorato non è un diritto dinastico che passa da padre in figlio”, ha tuonato nel corso della presentazione del candidato presidente Fabrizio Micari.
E ieri anche Giancarlo Cancelleri ha rincarato la dose: “Musumeci sia coerente con quanto ha detto e cioè che è meglio avere 20 mila voti in meno ma avere liste pulite. Le colpe dei padri non ricadono sui figli, ma i voti sì. E i voti, come i soldi, spesso non puzzano”.
Musumeci è messo all’angolo dagli avversari, ma a quanto pare anche tra gli alleati della coalizione la candidatura junior non è andata giù, non solo perché in questo modo la competizione diventa azzoppata, ma anche per un’immagine che è lontana da quella che il leader di Diventerà Bellissima, nonché ex Presidente della Commissione Regionale antimafia, ha voluto dare.
Le liste si presentano entro il 5 ottobre. La Bindi ha già acceso i riflettori sulla Sicilia.
Gran parte della campagna elettorale si giocherà anche su questo terreno.
Che farà Musumeci? Per ora tace.
Rosaria Brancato