“Micari sta scontando il ritardo d’inizio campagna elettorale, ma è la migliore candidatura che il centro-sinistra potesse fare. E lo vedrete. I sondaggi non c’interessano, in questo momento sono soltanto sondaggi sul gradimento dei singoli candidati pertanto sul Rettore di Palermo, ovviamente, ancora gli elettori non possono esprimersi. Quanto a noi stiamo chiudendo le liste di AP in varie città”.
Per l’ex ministro Gianpiero D’Alia, così come per tutta l’area del centro-sinistra, l’arma per vincere le Regionali, al di là del fatto che Fabrizio Micari rappresenta l’unica vera novità rispetto a tutti gli altri candidati, saranno le liste a sostegno.
L’obiettivo del centro- (giacchè il Pd e gli alleati hanno perso strada facendo la sinistra) è puntare sulla forza delle liste nei collegi, riempendole di big del consenso.
In questo momento le liste a supporto di Micari sono: Pd, Sicilia Futura, Arcipelago Sicilia (lista dei territori di Orlando), AP e Megafono, cinque liste che stando alle previsioni dei leader della coalizione, dovrebbero trascinare il Rettore fino alla vittoria colmando il doppio gap di una partenza in ritardo e della minore visibilità del candidato Presidente. Perché ciò accada è necessario però che le liste superino la soglia del 5% a livello regionale, e questo ad esempio è un traguardo non del tutto facile da raggiungere almeno per il Megafono di Crocetta, nonostante le sue dichiarazioni entusiastiche.
“A livello provinciale solo Forza Italia e Pd possono aspirare a prendere due seggi- prosegue D’Alia confermando quanto accaduto a Messina in questa fase di predisposizione della lista- Per quanto riguarda direttamente il centro- sinistra l’obiettivo è quello di prendere un seggio per lista. Nelle scorse settimane abbiamo a lungo ragionato con Alfano e con lo stesso Nino Germanà per riuscire a portare due deputati all’Ars pur mantenendo l’alleanza in AP. Se infatti nella stessa lista di Alternativa Popolare, destinata a prendere un seggio, fossero confluiti sia Germanà che Ardizzone, avremmo perso la possibilità di eleggere un altro rappresentante per Messina. Da qui la decisione di spostare Ardizzone nella lista che sta predisponendo Orlando, una lista molto forte, composta da amministratori, consiglieri, sindaci, puntando pure sui rapporti e sull’intesa che il presidente dell’Ars ha costruito in questi anni nel territorio. Germanà sarebbe rimasto nella lista ufficiale di AP e noi avremmo contribuito alla lista con nostri candidati, come Matteo Francilia e con il candidato che ci indicherà Andrea Consolo, con il quale i rapporti sono ottimi e non c’è alcuna rottura”.
D’Alia sostiene che il sostegno del partito sarebbe andato comunque alla lista di AP Alfano e non verso Ardizzone e la lista dei territori “Ardizzone è presidente dell’Ars, ha i suoi consensi” e che in nessun modo lo spostamento del presidente Ars ad altra lista avrebbe indebolito quella ufficiale. Il probabile addio di Germanà, che evidentemente non è del tutto convinto di questo doppio binario e teme che alla lista venga a mancare l’appoggio dei centristi, sta facendo cambiare strategie.
“E’ andata diversamente- conclude D’Alia- a quanto pare Germanà sta pensando di tornare a Forza Italia. In questo caso allora faremo ugualmente la lista di AP ma il presidente Ardizzone sarà in questa lista. Il nostro obiettivo era prendere due deputati, non uno. La verità è che, al di là della propaganda sui sondaggi, il centro-destra cerca d’indebolirci, perché sa che la nostra forza sono le liste”.
In tarda mattinata Alfano, annunciando il ticket Micari-La Via ha detto che a Messina il capolista di AP sarà proprio il presidente dell'Ars Ardizzone, alla luce dell'addio di Germanà al gruppo.
Più che di fuga secondo il centrista si tratterebbe di un mix tra corteggiamenti andati a buon fine per indebolire gli avversari e ambizioni personali per mantenere la poltrona a Palermo.
D’Alia ribadisce che le liste con gli alfaniani saranno chiuse a Palermo, Catania, Agrigento, Messina, Trapani: “Penso che i problemi veri li abbiano gli altri, soprattutto nel centro-destra, compresa l’Udc di Cesa…… Non dimentichiamo che per l’assegnazione dei seggi occorre raggiungere la soglia del 5% a livello regionale. Stiamo parlando di oltre 100 mila voti. Sono tutti sicuri di farcela? Noi si, sia con la lista dei territori che con AP. E siamo anche certi che questo sia un momento cruciale, perché dalle Regionali in Sicilia nascerà un flusso di cambiamento che riguarderà il Paese. E’ questa la vera, l’unica sfida”.
Rosaria Brancato