“Questa terrà non diventerà bellissima, questa terra già lo è bellissima. E’ straordinaria, ma deve essere ben amministrata. Con quella competenza che non si tramanda per diritto dinastico da padre onorevole in figlio onorevole ma mettendo al primo posto due punti: lavoro e diritti”.
L’uno accanto all’altro, il candidato Presidente del centro-sinistra Fabrizio Micari ed il candidato vice presidente Giovanni La Via, sembrano “gemelli diversi”, separati dalla nascita, così simili nella sobrietà dei modi, nella pacatezza dei toni, uniti dal tandem della “sfida gentile”, quella contro i populismi della destra e del M5S.
Una strada tutta in salita in una strana isola nella quale prima si sbraita chiedendo il nuovo in politica e poi, quando una persona che non ha mai fatto politica attiva, come il Rettore di Palermo, Fabrizio Micari, decide di candidarsi, tutti a puntare il dito perché i sondaggi lo danno quarto in notorietà. Mettiamoci d’accordo, o vogliamo il nuovo, oppure come ha commentato sorridendo Micari: “sarebbe stato meglio candidare Jovanotti così avrebbe vinto la guerra dei sondaggi….”.
Ma non è al passato che guarda il candidato del centro-sinistra, anche perché, il passato recente della sua coalizione porta il nome e cognome di Rosario Crocetta ed un fardello di macerie e fallimenti che appesantirebbero perfino i sondaggi di Jovanotti o di Del Piero.
“Ho iniziato questo viaggio in tutti i Comuni della Sicilia da appena 10 giorni- esordisce in conferenza stampa in un Salone delle Bandiere allestito senza fronzoli, senza inni, senza musiche, schermi giganti, buffet- Il nostro programma ha due sole parole: lavoro e diritti. Questa terra è diversa da come ce la raccontano. Ce la dipingono delusa, rassegnata, inefficiente. Poi invece incontri l’imprenditore che esporta fiori fino in Siberia, quello che fa gelati e li porta in 60 Paesi nel mondo, quello che fa la salsa di pomodoro ma ha problemi con la burocrazia. Dobbiamo ricominciare dalle imprese e dai giovani. Vengo dal mondo della formazione, sono stato sempre al fianco dei giovani. Ora voglio fare di più. La politica può costruire quella realtà che farà sì che andar via diventi una scelta e non un obbligo. E che andar via possa anche non essere per sempre”.
Il lavoro, ma soprattutto il lavoro e lo studio per i giovani sono la priorità del programma come già dichiarato dal Rettore a Tempostretto (leggi qui) in occasione della sua prima uscita da candidato ufficiale del centro-sinistra.
Le liste a sostegno di Micari saranno probabilmente 7: Pd, Sicilia Futura, AP, Megafono, Arcipelago Sicilia, ed in dirittura d’arrivo la lista di Sinistra Siciliana (in rotta con la parte di sinistra che appoggia Claudio Fava) e la lista generazione next (tutta di giovani).
Al fianco di Micari e La Via “siamo un tandem, non un ticket, perché pedaliamo insieme”, c’erano i deputati della coalizione, Beppe Picciolo, Gianpiero D’Alia, Giovanni Ardizzone, Giuseppe Laccoto, Tommaso Currò, Enzo Garofalo, Ciccio Calanna.
“Sfidiamo il M5S- prosegue Micari- che quando deve passare dalla protesta all’amministrare, dimostra tutta la sua limitatezza e confusione. Non ha capacità di governo. Il centro-destra non è centro-destra, è solo destra. Musumeci è il candidato imposto da Salvini e Meloni. Dare il governo della Sicilia alla Lega è insensato. Noi abbiamo scelto un campo largo, una coalizione con un innesto nel civismo. La coalizione poteva essere più ampia. MDP e SI avevano condiviso il 10 agosto sia la proposta del mio nome che i temi. Poi hanno deciso diversamente, anche se il mio nome ed i temi sono gli stessi di un mese fa. E fanno la battaglia non contro la destra, ma contro di noi. I sondaggi sono sulla notorietà e molti realizzati su campioni nazionali. E’ normale che la casalinga di Vigevano o di Voghera non mi conosca. Io sono il Rettore di Palermo. E’ naturale che conosca uno come Musumeci che è in politica da 49 anni o Fava che lo è da 25. Agli sfiduciati dico, non distruggete tutto per amarezza. Vinceremo insieme”.
Priorità al diritto allo studio, attraverso interventi strutturali alle infrastrutture, ai trasporti, o con borse di studio, ed ancora puntando sulla formazione “la ri-formeremo adeguandola anche alla realtà siciliana, sto pensando all’agroalimentare ed al turismo”, scommettendo sulla continuità territoriale, sulla logistica, sui trasporti, sul rinnovamento tecnologico e sulla banda larga.
“La formazione è importante sin dalla scuola. Diceva Bufalino: non bastano i battaglioni dell’esercito per combattere la mafia, servono battaglioni di bravi maestri. La Sicilia ha il record negativo della più bassa percentuale di laureati: il 18%. Quando sono diventato Rettore, nel 2015, le immatricolazioni erano diminuite da 13 mila l’anno a 7 mila. Nel 2016 siamo riusciti a registrare un aumento del 15%. E’ il modello che voglio seguire anche al governo”.
In realtà quel 18% di siciliani laureati non equivale al basso livello di studio dei nostri giovani, ma dal fatto che i nostri figli scappano e si laureano altrove, là dove c’è il futuro e il posto di lavoro. Alla domanda se intendano fare “outing” rispetto al governo Crocetta che, insieme alla stessa maggioranza che adesso è al fianco del Rettore, non ha lasciato un buon ricordo nei siciliani, Micari risponde: “se siamo qui con questa coalizione è perché stiamo cambiando. Certo è che il governo regionale ha sanato il bilancio della Sicilia e lasciare i conti risanati, in un’azienda o in un Ente è l’unica base sulla quale costruire. Per non parlare della sanità. In tutti i parametri nazionali la Sicilia dopo un passato agli ultimi posti è adesso tra le prime 10 Regioni d’Italia. Non partiamo da zero”.
Intanto l’ultimo sondaggio (Piepoli, pubblicato da La Stampa), dà la “sfida gentile” di Micari al 28%, ad appena un punto dal M5S (29%). Primo resta Musumeci (37%), mentre Fava è al 4%.
Rosaria Brancato