Il tema delle liste pulite è diventato il tormentone delle campagna elettorale che sta conducendo alle elezioni regionali del 5 novembre. Più che sui programmi e sulle idee di sviluppo per la Sicilia, lo scontro tra gli aspiranti Presidenti della Regione Siciliana è sui candidati all’Ars cosiddetti “impresentabili”, vale a dire coloro che – pur restando fuori dalle maglie della Legge Severino – sono stati condannati in primo grado, sono sotto processo o hanno avuto guai con la giustizia.
La grana degli “indesiderati” è scoppiata soprattutto in mano al candidato presidente del centro-destra , Nello Musumeci, nella cui coalizione ci sono partiti che schierano candidati che hanno un conto con la giustizia ancora in sospeso, posizioni giudiziarie poco limpide , o con parentele assai scomode. Dal canto suo, Musumeci declina ogni responsabilità sulla scelta dei candidati onorevoli e rimette tutto nelle mani delle singole compagini politiche, rivendicando con orgoglio di essere stato il primo ad aver posto in Sicilia una questione etica.
Gli altri candidati in campo però stanno cavalcando il tema dell’antimafia, per marcare le differenze e tirare l’acqua al proprio mulino. In un video pubblicato nei giorni scorsi sul suo profilo Fb, il candidato governatore del Movimento Cinque Stelle, Giancarlo Cancelleri, legge un lungo elenco con nomi e cognomi degli « impresentabili».
«Per favore – scrive Cancelleri nel post – fate girare questo video. Ragazzi, questo video dura più di 10 minuti. E’ lungo lo so. Ma dovete guardarlo tutto e farlo vedere a tutti. leggo la lunga lista degli impresentabili di Musumeci che lui cerca di nascondere. Tutti i siciliani devono sapere che razza di gente si porta dietro pur di raccattare qualche voto in più. Diffondetelo al massimo, ci conto».
E sugli impresentabili ha fatto sentire la sua voce anche il candidato della sinistra radicale, in campo con la lista “cento Passi per la Sicilia”, Claudio Fava, il quale non si è lasciato sfuggire l’occasione di criticare l’avversario che rappresenta la coalizione di centrodestra: «A proposito di candidati eticamente discutibili, Nello Musumeci si richiama oggi al "senso di responsabilità" dei partiti che lo sostengono. Troppo comodo e troppo poco. Io mi richiamo al mio senso di responsabilità. E nella mia lista parenti di indagati o imputati per mafia non ce ne saranno. Altrimenti sarei io ad andarmene».
Fava non ha risparmiato dagli attacchi neanche il candidato pentastellato: «Cancelleri racconta gli 'impresentabili' da casa sua, scrivendo su Facebook. Io ne parlerò domani pomeriggio in un comizio a Catania, nel quartiere di san Cristoforo», ha dichiarato polemicamente il giorno prima del comizio che ha tenuto ieri in piazza Bonomo nel quartiere di San Cristoforo a Catania.
Non è invece mai entrato a gamba tesa nella polemica dei candidati “scomodi” l’aspirante governatore espressione della coalizione centro-sinistra, Fabrizio Micari, il quale però non sottovaluta affatto il tema dell’antimafia in questa campagna elettorale, tanto da essersi affrettato – nel bel mezzo della bufera sulle liste pulite – a designare come assessore alla legalità Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, l'ex segretario del Pci ucciso dalla mafia nel 1982.
Per dirimere la questione degli impresentabili e delle liste scevre da qualsiasi sospetto era previsto per domani l’arrivo in Sicilia della commissione Antimafia guidata da Rosy Bindi, che ha deliberato un controllo sulle liste per le Regionali siciliane e il rispetto del codice etico varato dall'organismo bicamerale due anni fa. Tuttavia, a causa del concomitante voto di fiducia alla Camera sulla riforma elettorale, lo sbarco in Sicilia slitta a venerdì 13 ottobre.
Nel frattempo, lo scontro elettorale tra i candidati per chi ha la lista più pulita e presentabile può proseguire.
Danila La Torre