“La riforma delle Autorità Portuali doveva rilanciare il punto più strategico dell’Italia Meridionale, cioè l’asse Messina – Gioia Tauro, con una parità di condizioni e senza che nessuno dei due acquisisse l’altro. Si era ipotizzata anche la rotazione della sede e della presidenza, ma il tempo non è ancora perduto”. Maurizio Lupi è l’ideatore della riforma, che poi nel tempo è stata modificata.
A Messina per “sponsorizzare” la lista Alternativa Popolare – Centristi per Micari e la candidatura di Francesca Moraci, non può fare a meno di affrontare il tema Ponte sullo Stretto. “Per anni l’alta velocità è stata considerata un mostro, oggi ha migliorato il volto dell’Italia. Deve proseguire in Calabria e, tramite il Ponte, in Sicilia. Sono passati troppi anni, venendo qui ci si accorge che l’opera è indispensabile, anzitutto per il collegamento ferroviario. In qualsiasi altro Paese del mondo si sarebbe fatta in pochi anni e senza discussioni, infatti ci sono ponti ovunque. Ormai i tempi sono maturi, anche il Pd si è ricreduto e mi fa piacere. Basta con la contrarietà al Ponte, ormai è coscienza comune che ci sia la necessità di realizzarlo più rapidamente possibile. Sono fiducioso che si possa fare nella prossima legislatura, anche perché sia Rfi sia Anas lo ritengono fondamentale. L’ipotesi è un costo di circa 4 miliardi, se poi c’è una collaborazione col privato tanto meglio”.
Lupi è convinto che il candidato migliore alla presidenza siciliana sia Fabrizio Micari. “La Regione è stata troppo spesso maltrattata, sia da destra sia da sinistra, dovrebbero chiedere scusa ai cittadini. Se si è governato bene gli elettori ti premiano, viceversa ti mandano a casa. Sono sicuro che avremo un buon risultato e sarà un viatico verso le nazionali. Ma la Sicilia non è l’esperimento del nazionale, noi non c’entriamo nulla con Bersani, Speranza e quella sinistra. Se Renzi vuole fare alleanza con loro e poi col centro ha capito molto male. Alternativa Popolare si è rinnovata, gli elettori devono giudicare ciò che si è fatto, le proposte e la credibilità dei candidati. Più che di impresentabili, che saranno gli elettori a bocciare, mi sarebbe piaciuto parlare di come usare meglio l’autonomia, in un periodo in cui altre regioni la richiedono, di lavoro e sviluppo”.