Il Masterplan per il Mezzogiorno è un documento redatto dal Governo Renzi che inquadra, in un’unica soluzione, i flussi di finanziamento, nazionali ed europei, finalizzati alla incentivazione delle attività industriali, alla realizzazione di infrastrutture e al miglioramento dei servizi nel meridione d’Italia. Si tratta di circa di 98 miliardi di euro utilizzabili entro il 2023 provenienti dai Fondi strutturali europei FESR e FSE 2014-20 (51,8 miliardi, di cui 31,7 europei e 20,1 nazionali), dal Fondo Sviluppo e Coesione (38,8 mld) e dai Programmi complementari (7,4 mld). Quanto sostenuto nel documento del Governo, dunque, è che non mancano i fondi ma la governance, per la quale viene prevista la costituzione di una cabina di regia Stato-Regioni. Nell’ambito di questo quadro d’insieme il Governo ha attivato 16 Patti per il Sud: 8 regioni più le 7 città metropolitane del Sud e Taranto. I finanziamenti vengono inquadrati all’interno di questi Patti. Sostanzialmente una operazione di marketing del Governo Renzi, che non aggiungeva nulla a quanto già presente sul mercato dei finanziamenti pubblici. Non c’è, dunque, alcun particolare merito da parte di Accorinti. Certo, avrebbe potuto perderli quei soldi, se si fosse impegnato, ma li avrebbero dati anche a Paperino, se fosse stato sindaco. E non è detto che non li perdano. Le risorse, infatti, sono destinate a opere direttamente cantierabili (devono, cioè, avere i progetti esecutivi). Molte di quelle messinesi non lo sono. Una parte di questi sono project financing, che non hanno ancora sostenibilità economica e partner privato (uno per tutti, la piastra logistica). Infine, quei flussi finanziari avranno tempi dilatati e, fatalmente, attraverseranno comunque più amministrazioni
Gino Sturniolo