“La sinistra siamo noi. Soprattutto a Messina”. Le forze politiche e le associazioni che insieme si sono ritrovate sotto la bandiera arancione della Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, hanno presentato i loro candidati alle Politiche di febbraio. I temi della campagna elettorale sono quelli della legalità, della lotta alla mafia, del lavoro, giustizia sociale e del rispetto dell’ambiente e della salute. E se sul piano nazionale lo scontro Bersani-Ingroia è proprio sullo spostamento “verso destra” che il Pd sembra orientato a fare in caso di vittoria, alleandosi con Monti, sul piano locale la frase “la sinistra siamo noi” rappresenta la determinazione nel sottolineare le differenze con un centro-sinistra complice, quando non artefice, del sistema clientelare che ha devastato la città.
“Noi i voti non li cerchiamo sulla luna come dicono altri….- dichiara Renato De Luca-siamo persone normali e li cerchiamo tra la gente normale, tra i messinesi consapevoli di essere cittadini e non servi. Si è fatto un gran discutere tra Pd e Pdl a proposito dei cosiddetti impresentabili. Noi pensiamo c’è una Messina politicamente impresentabile ed una che vuole cambiare”.
Ad aprire la conferenza stampa è stata Raffaella Spadaro, che ha ricordato come il Movimento di Ingroia nasca sia nato “per cambiare questo sistema che annulla l’individuo e ci considera solo dei numeri. Per loro siamo zero, ma se uniamo, con le nostre mani, due zeri, allora viene il simbolo dell’infinito e le cose cambiano”.
Dentro Rivoluzione Civile ci sono partiti come Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Verdi, Partito dei Comunisti, ma anche la società civile, con il Movimento Arancione e Cambiare si può. Le iniziative che la lista porterà avanti sul territorio messinese potranno essere trovate nella pagina facebook “Rivoluzione civile Messina”, anche perché le Politiche rappresentano solo una prima tappa in vista delle amministrative che potrebbero vedere ancora insieme le forze riunite per queste elezioni. Al momento nessuno dei presenti alla conferenza stampa si sbilancia sull’eventuale candidato sindaco o sull’appoggio a Renato Accorinti in quanto rappresentante della società civile, perché è ancora prematuro. Rivoluzione Civile sta muovendo ancora i primi passi ed è prematuro indicare adesso scelte che riguarderanno il rinnovo dei due Palazzi messinesi. Alle Politiche i candidati espressione dello Stretto saranno: Salvatore Mammola, segretario cittadino Idv, che corre al Senato, e Pietro Currò, Ketty Bertuccelli e Giuseppe Marano alla Camera.
I temi della battaglia “civile” sono quelli per la legalità, ma anche per i beni ed i servizi pubblici, come ad esempio l’acqua, per l’occupazione, per lo stato sociale e contro l’abrogazione dell’art. 18 “Abbiamo raccolto le firme- ricorda Silvio Crupi- ma il Parlamento è stato sciolto quindi ricominceremo la nostra battaglia appena il nuovo governo s’insedierà”. A proposito di firme ci sono quelle raccolte da Italia dei valori, come ricorda Salvatore Mammola, per i tagli della diaria ai parlamentari e dei finanziamenti pubblici ai partiti, lotte che il partito di Di Pietro porterà in dote a Rivoluzione Civile. I primi punti in programma sono: legalità e solidarietà, ma anche uno Stato laico, una nuova politica antimafia, la tutela dell’ambiente.
Mentre Bersani invita gli italiani al “voto utile”, che secondo lui è solo quello per il Pd, gli esponenti di Rivoluzione Civile, ricordano che l’unico voto utile è quello per il lavoro, i diritti, “l’unico voto utile oggi è quello che fa perdere la destra- commenta Nino Alessi, segretario provinciale dell’Idv- pertanto non può essere quello per il Pd che è pronto a governare con Monti, l’uomo che ha devastato di tasse l’Italia, compresa l’Imu. L’unico voto utile è quello che si oppone ai poteri forti, anche economici e va in difesa dei cittadini. E l’unica sinistra, in questo momento, siamo noi”.
A chi gli chiede se dopo le elezioni, in caso di vittoria di Bersani andranno all’opposizione, loro rispondono: “Gli eletti di Rivoluzione Civile saranno in numero tale da suggerire a Bersani un’alternativa all’alleanza con Monti e Casini e Fini”.
Rosaria Brancato