É confermato lo sciopero previsto per il 23 ottobre dei lavoratori marittimi contro le proposte lavorative della compagnia di navigazione Caronte&Tourist. Il quarto nel giro di un mese, altre 24 ore di stop sullo Stretto a partire dalle ore 12. È ancora scontro, dunque. L’Orsa, promotrice dello sciopero, non si ferma di fronte al procedere sordo della società di attraversamento dello stretto. Anzi, lo sciopero da solo non è più sufficiente. “É arrivato il momento della chiarezza e della verità – si legge nel comunicato stampa -, l’impegno e gli strumenti di questo sindacato saranno il viatico per informare dettagliatamente i cittadini delle azioni di questa azienda ”. Messina come Milazzo, protesta il sindacato. Il riferimento è alla società Navigazione Generale Italiana, controllata dalla Caronte, contro cui l’Orsa aveva già protestato agli inizi di marzo scorso: “la Ngi di Milazzo, nel mese di agosto riuscì ad ottenere dal sindacato il parziale consenso alla rinuncia di una parte delle spettanze dei lavoratori in cambio della garanzia di mantenimento dei livelli occupazionali – si legge nella nota sindacale -. L' amara sorpresa non è tardata ad arrivare, terminata la stagione estiva e incassata la parte utile degli accordi, l’armatore ha dichiarato l'esubero e avviato i licenziamenti ”. “Anche nello Stretto – prosegue l’Orsa – è stata ufficializzata la messa in mobilità di 69 marittimi per “farla pagare” a quei lavoratori che in modo compatto lottano per salvaguardare i loro sacrosanti diritti”. Tolleranza zero da parte del sindacato. L’Orsa terrà degli incontri con cittadini, pendolari, associazioni e parti sociali fino al giorno dello sciopero, “col fine di compattare, una volta per tutte, tutte le forze in campo contro il diktat del potere economico, in una vertenza divenuta specchio di una società che consente il concentramento delle risorse nelle mani di pochi a discapito di tutti”. “Venerdì 18 alle ore 17 presso la sede dell’Orsa Sicilia i lavoratori di Caronte&Tourist incontreranno gli studenti della Rete Aggregativa Studentesca e alcuni esponenti della Rete No Ponte – ha concluso il sindacato – per comunicare i dettagli della vertenza e lanciare l’operazione di lotta unitaria contro chi vorrebbe adattare il territorio ad uso e consumo delle proprie esigenze di profitto”.