E’ confermato lo sciopero del 6 novembre. I lavoratori marittimi torneranno a protestare contro i licenziamenti annunciati da Caronte&Tourist. A promuovere lo sciopero sono le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Uslac-Uncidm. Siamo al quinto stop sulle acque dello stretto. L’ultimo soltanto due giorni fa.
“Consideriamo la richiesta aziendale una vera e propria provocazione, perché tenta di utilizzare strumentalmente il periodo di crisi per sbarazzarsi degli strumenti contrattuali e di quasi un quarto della forza lavoro – dichiarano i sindacati -, ritengono la pretesa di Caronte e Tourist ingiustificabile nei presupposti, sproporzionata nella misura, e contraddittoria e pericolosa perché smantella in un colpo solo il meccanismo di tutele e di automatica risposta alle flessioni del mercato”.
“Attivare la procedura prevista dalla legge 223/91 significa imprimere una accelerazione al confronto e quindi costringere i sindacati a trattare “con la pistola puntata alla tempia” – proseguono i sindacati – dato che con o senza accordo sindacale l’azienda sarà libera di licenziare dopo 45 giorni, ma obbliga al contempo Caronte&Tourist a dimostrare veramente l’esistenza dei motivi di crisi”.
“L’intero sistema di Caronte e Tourist si regge sul mantenimento di un alto livello qualitativo e quantitativo dell’offerta che non consente l’espulsione di 69 unità – conclude la nota – quindi l’azienda revochi la procedura dei licenziamenti ed individui con le parti altre soluzioni”.