Si è svolta giovedì, nell’area indotto della Raffineria di Milazzo, la manifestazione a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore chimico-coibentazioni 2016-2018, scaduto il 31 dicembre 2015, che riguarda quasi 2.000 dipendenti di circa 160 imprese su tutto il territorio nazionale. Oltre un centinaio di addetti del settore hanno incrociato le braccia per 2 ore, rimanendo altre 2 ore in assemblea dentro la quale, in presenza dei rappresentanti sindacali di categoria, si sono dibattuti gli aspetti della vertenza.
In particolare, l’assemblea dei lavoratori ha detto no alle pretese datoriali di rinnovare il contratto nazionale con una forte riduzione salariale e retributiva. “Non è accettabile che Anicta-Confindustria intraveda nel ridimensionamento o, peggio, nella cancellazione di alcuni istituti contrattuali, la soluzione ai forti ribassi che le committenti chiedono nelle gare per l’affidamento degli appalti” – spiegano CGIL, CISL e UIL.
“I datori di lavoro si stanno adeguando ad un sistema che va sempre più verso il basso, con la conseguenza di migrare verso aree contrattuali (come quello del metalmeccanico) che nulla hanno a che veder con le lavorazioni chimiche” – insistono i sindacati – “non va dimenticato che la forte e consolidata cultura della sicurezza non può essere abbandonata in nome del mero guadagno, applicando altri contratti che nulla c’entrano con la chimica. Il sindacato, con il sostegno dei lavoratori, non accetterà mai di firmare accordi con aumenti salariali risibili, nemmeno buoni a coprire l’inflazione reale, e nei quali si registrerebbe anche un deciso arretramento dei diritti consolidati”.