«Se non ora quando?», verrebbe da dire, “rubando” la frase simbolo del grande movimento che ha portato migliaia di donne in piazza. Già, quando scendere in piazza se non ora, di fronte al totale abbandono delle Ferrovie dello Stato che significa abbandono dello Stato? Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta alla Provincia, è stata presentata la manifestazione cittadina di sabato prossimo 21 gennaio contro il taglio dei treni e la perdita di posti di lavoro, annunciata dal Comitato “Mobilitiamo Messina” del quale fanno parte una pluralità di associazioni, sindacati e partiti politici (Api, Associazione L’Altra Città, Cgil, Cna, Circoli Socialisti, Circolo Walter Tobagi, Comitato Pendolari dello Stretto, Confapi, Dimensione Trasporti, Fast. Fed.dei Verdi, Idv, Lega Autonomie locali, Lega Coop, Officina delle Idee, Orsa, Pd, Rif. Comunista, Sel, Ugl). Il Comitato nato proprio per rivendicare il diritto alla mobilità sia locale – casi Atm, Metromare, Metroferrovia- che regionale e nazionale – infrastrutture e vertenza Fs – aveva da tempo annunciato una mobilitazione cittadina per chiedere al Governo e a FS di invertire la rotta sulla progressivo taglio dei treni a lunga percorrenza che collegano Messina e la Sicilia al “continente”. «Tagli – ha spiegato Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina che ha aperto la conferenza stampa – concentrati nel Mezzogiorno mentre al nord si concentravano gli investimenti, che hanno subito un’accelerazione negli ultimi 3 anni comprimendo quel trasporto universale che garantisce a tutti i cittadini italiani il diritto alla mobilità». Un nodo, quello del taglio dei treni, che – evidenzia il Comitato – ha inevitabili ripercussioni sul lavoro. Non a caso nel Comitato, e anche stamattina alla presentazione della manifestazione, forte è la presenza dei sindacati, Cgil, Uil Orsa Ugl oltre alla rappresentanza della Rsa della Servirail che ha voluto sottolineare la propria vicinanza e solidarietà ai colleghi di Roma e Milano che stanno portando avanti manifestazioni di protesta dallo scorso novembre, a Milano arrampicati su una Torre a 40 metri di altezza, a Roma occupando il tetto del palazzo Fs alla stazione Prenestina. Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato tra l’altro come quella per il ripristino dei treni a lunga percorrenza e per gli 800 lavoratori dei treni notte – tra i quali gli 85 della Servirail di Messina-, sia oggetto di una mobilitazione nazionale che vede assieme i presidenti e sindaci delle regioni e delle città maggiormente penalizzate, Lombardia, Milano, Piemonte, Torino, Puglia, Calabria, Sicilia che hanno siglato un documento non firmato però dal sindaco di Messina.E sull’impegno col quale Cgil Uil e Orsa si stanno muovendo per chiedere il ripristino dei treni e la ricollocazione dei lavoratori ex Servirail e Ferrotel, il segretario generale della Uil Messina, Silvio Lasagni ha ricordato l’incontro che si terrà venerdì prossimo a Palermo con Fs e l’assessore Russo: «La strategia di Fs di penalizzare il Mezzogiorno e soprattutto la Sicilia non ha prodotto solo il più recente taglio dei treni con tutte le conseguenze in termini di limitazione alla mobilità dei cittadini, di taglio ai posti di lavoro, di preclusione allo sviluppo del territorio ma ha portato alla chiusura delle Officine Grandi riparazioni che contava proprio a Messina 500 lavoratori, all’abbandono del traffico merci, ai mancati investimenti per l’ammodernamento e il miglioramento del settore». Lo slogan della manifestazione sarà infatti, “Messina non è un binario morto – Ridateci i treni, il lavoro lo sviluppo tagli e bilanci non si avvicina alla politica della società civile, la città di Messina mortificata”. La manifestazione di sabato, sottolinea il Comitato, vuole comunque essere solo la prima di una serie di manifestazioni per la mobilità «Mobilitiamo Messina – ha spiegato infatti Mariano Massaro dell’Orsa – è il collante di un movimento più ampio, rivolto a tutta la città e ai cittadini, il cui punto di partenza è proprio la battaglia per il ripristino dei treni».