«L'incontro con il Presidente Monti è andato molto bene. Come sostenevamo, le notizie che ci volevano in default erano del tutto infondate». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti. Il governatore siciliano era accompagnato dal Vice Presidente della Regione e assessore alla sanità Massimo Russo e dall'assessore all'economia Gaetano Armao, insieme al Ragioniere Generale Biagio Bossone. Insieme al Presidente del Consiglio hanno partecipato il Ministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, il Ministro per gli Affari Regionali Piero Gnudi, Il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca e il Sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà.
«La Regione Siciliana ha conti solidi – continua Lombardo – una finanza sostenibile e un debito che ha onorato il 30 giugno scorso pagando la rata del mutuo che incide per 7% del PIL regionale. Quindi è in grado di pagare gli stipendi del personale: la mancata corresponsione degli emolumenti è un'altra menzogna che è stata dunque smentita. Esiste, invece, una criticità temporale legata alla liquidità: un fattore causato dalla riduzione delle entrate tributarie e dai crediti che vantiamo, alcuni con lo Stato che oggi ha sbloccato 240 milioni per la Sanità, risorse da non collegare ai 400 milioni che il governo ha già deciso di erogare la scorsa settimana».
Lombardo ha anche aggiunto: «Non chiediamo neppure che questi crediti ci vengano riversati perché, a prescindere da queste considerazioni, i nostri conti tengono per le radicali riforme che abbiamo approvato nella sanità, nel sistema dei rifiuti e con i tagli della spesa corrente. Abbiamo convenuto con il governo, e lo avevamo chiesto al Ministro dell'Economia Grilli, di avviare una collaborazione forte perché lo Stato sappia ciò che fa la Regione e perché la Regione si avvalga della collaborazione dello Stato. Con il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, abbiamo già impresso un'accelerazione per l'impiego dei fondi strutturali. Lo stesso approccio di forte collaborazione verrà avviato, e in alcuni casi sono gia' stati avviati i tavoli di confronto, con gli altri Dicasteri. Per esempio Stato e Regione devono ancora chiudere l'iter dei provvedimenti del federalismo fiscale».
Il presidente ha anche confermato la data delle sue dimissioni: «Ho anche precisato – ha detto – che mi dimetterò il 31 di questo mese e che non ci saranno spese. Si temevano spese pazze e quant'altro. Non ci sarà altro che rigore e un programma di rientro della spesa e provvedimenti per la spending review che dovrà essere l'ossatura per la crescita e, come auspicato dal Presidente Monti, il punto il partenza di qualunque governo venga dopo di noi».
A chiedere il piano di rientro è stato infatti il premier, che ha espressamente invitato Lombardo a «provvedere a un rigoroso piano di riduzione e contenimento della spesa regionale, in simmetria con quanto si sta realizzando a livello nazionale con il decreto legge sulla spending review».