«Riteniamo che imposizioni di chiusure forzate, anche in orari che apparentemente possono essere considerati marginali, incrementeranno ulteriormente le perdite commerciali delle ditte destinatarie del provvedimento». Così, il presidente di Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto, esprime il suo disappunto nei confronti della nuova ordinanza sindacale anti-tir che impone alle attività della via La Farina di posticipare alle 17 l’apertura pomeridiana per tutto il mese di settembre.
«Per tale motivo», incalza Picciotto, «è stato dato incarico ai consulenti legali di Confcommercio di coordinare gli associati al fine di quantificare il valore medio degli incassi del periodo oggetto di elisione imposto dall’ordinanza sindacale, per avviare un’azione nelle sedi competenti, a risarcimento del danno subito dalle attività commerciali colpite dal provvedimento del sindaco Renato Accorinti». Pur essendo disponibili al confronto, i commercianti di via La Farina non ci stanno a diventare le «vittime di uno scontro che non li riguarda».
La questione “tir in città” è la vera protagonista dell’agenda politica e sociale di queste ultime settimane nonché la battaglia simbolo dell’Amministrazione. Nelle scorse ore, la questione Tir è stata nuovamente affrontata a Palazzo Zanca, dove i rappresentanti della Giunta hanno incontrato le associazioni di categoria degli esercenti, i rappresentanti di Bluferries e Caronte Tourist e il sindaco di Villa San Giovanni. A sentire l’amministrazione, ci si prepara ad un mese di “tolleranza zero”.
Sul provvedimento emanato dal sindaco Accorinti intervengono anche CONFESERCENTI PROVINCIALE , CONFARTIGIANATO IMPRESE , CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e media Impresa CONFIMPRESEITALIA e CONFINDUSTRIA MESSINA.
«Non entrando nel merito specifico della stessa ordinanza e ferma restando la consapevolezza sulla opportunità dei provvedimenti presi con la citata ordinanza emessa chiaramente a salvaguardia della cittadinanza – scrivono testualmente – non possiamo sottacere sul citato punto 11 che non solo non ha motivo di essere, è assolutamente in contraddizione con le normative regionali e nazionali sulle aperture ed orari di esercizi commerciali , ma per di più è fortemente limitativo della libertà di impresa».
In linea con quanto affermato da Picciotto della Confcommercio, anche loro dicono : «non possiamo essere noi le vittime sacrificali nella cosiddetta guerra dei Tir in cui tutta la città è perdente. Il nostro massimo timore è che , sin quando l’ampliamento del porto di Tremestieri ed il prolungamento della Via Don Blasco non saranno realizzate, questa emergenza possa ripetersi continuamente, in qualsiasi momento e luogo della città togliendo la nostra libertà di impresa, la nostra capacità di investimento e di rilancio economico ed occupazionale ».
CONFESERCENTI PROVINCIALE, CONFARTIGIANATO IMPRESE , CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e media Impresa CONFIMPRESEITALIA e CONFINDUSTRIA MESSINA chiedono quindi alla Amministrazione Comunale «di condividere con noi preventivamente tutte le soluzioni alternative che non vadano a penalizzare oltremodo le attività produttive della città. Per quanto sopra – concludono – invitiamo il Sindaco ad intervenire tempestivamente modificando l’ordinanza eliminando il punto 11».
Da lunedì 1 settembre, Caronte-Tourist e Bluferries aumenteranno il numero delle navi e delle corse negli attracchi di Tremestieri. Parallelamente, la polizia municipale vigilerà agli imbarchi della Rada San Francesco e del porto storico, dato che ancora oggi i mezzi pesanti continuano a sbarcare.
«L’ordinanza sindacale, che dal 25 agosto impone alle società di traghettamento di utilizzare esclusivamente il porto di Tremestieri per i mezzi pesanti oltre le 7,5 t, viene continuamente aggirata». A segnalarlo, per il Comitato La Nostra Città, è Saro Visicaro. «Nel primi cinque giorni,dalla Rada S.Francesco in particolare, sono sbarcati oltre 200 tir. É evidente che la responsabilità principale dell'inosservanza di tale provvedimento ricade sulle società di traghettamento che non possono certamente addossarla alla mancanza di segnaletica nelle aree portuali. Casomai dovrebbero essere le stesse società a provvedere alla pubblicizzazione del divieto o in alternativa le stesse competenti autorità marittime»
Visicaro sollecita il Sindaco (anche nella qualità di componente di diritto del Comitato Portuale) a premere sull'Autorità Portuale affinché, nelle sue funzioni di controllo delle operazioni portuali e delle attività commerciali ed industriali esercitate nei Porti, faccia rispettare «alle società che hanno avuto le concessioni demaniali, tutte le regole e le prescrizioni contenute nel Bando di gara per l'utilizzo dell'approdo di viale della Libertà». È questo ciò che chiede formalmente al sindaco di Messina, il Comitato La nostra Città,« in aggiunta alle informazioni sul pagamento o meno del ticket da parte dei trasgressori».
Sull’ultima ordinanza anti-tir si è pronunciata anche Reset, con Alessandro Tinaglia. «Ci limitiamo a dire che se da un lato ci fa piacere che il Sindaco al terzo tentativo abbia finalmente compreso la necessità di emanare un’Ordinanza Sindacale, dall’altro troviamo che l’ordinanza sia un ulteriore palliativo e sia confusa». Per Tinaglia, è «assurda la scelta di penalizzare i commercianti di via La Farina che hanno già manifestato i propri dubbi e le proprie motivazioni in maniera garbata ed efficace».
«Il problema», per il rappresentante di Reset, «sta nel fatto che tutti i componenti della Giunta ed il Sindaco, sono dipendenti pubblici con doppio stipendio, ad eccezione dell'Ing. De Cola, e non hanno la minima idea di cosa significhi alzare una saracinesca e rischiare in prima persona. Pare evidente oramai che l’amministrazione continua a dimostrare con atti amministrativi incomprensibili una totale assenza di sensibilità, se non addirittura avversione, nei confronti di chi fa impresa».
Gabriele Quattrocchi