MESSINA – Inizia oggi nel Rione Taormina l’intervento “Baracche sigillate. Meno duecento”. Sono quelle liberate dopo che sono state assegnate le case, con priorità, alle famiglie con disabili o gravi patologie, nel segno del risanamento.
“Abbiamo isolato e preparato per la sigillatura 100 baracche – dice il subcommissario per il risanamento, Marcello Scurria -, con l’obiettivo di estendere l’operazione a circa 160. Se immaginassimo di mettere insieme queste baracche distribuite su tutto il territorio della città, oggi potremmo affermare di avere demolito un’estesa baraccopoli di 200 unità”. A titolo di paragone, Fondo Fucile era una baraccopoli con 130 famiglie.
Il processo di sigillatura comprende la demolizione interna degli elementi strutturali, inclusi i servizi igienici, per rendere le strutture completamente inabitabili. Queste operazioni si protrarranno per i prossimi quaranta giorni.
La fase di assegnazione degli alloggi comunali alle persone fragili e alle loro famiglie invece è ancora in corso. “Stiamo comprando e ristrutturando degli appartamenti per assegnarli a molte altre famiglie con disabili e riqualificando alcune aree. Nelle prossime settimane inizieranno altre demolizioni” – conclude Scurria.
Ma come mai non si procede subito con la demolizione? Risponde il subcommissario Scurria: “Ovviamente abbiamo censito tutto. Le baracche che si possono demolire, le demoliamo. Ma in molti casi non è possibile, sul piano pratico, procedere subito con la demolizione. Pensiamo al rione Taormina: lì le baracche sono attaccate l’una con l’altra. I tecnici hanno fatto i sopralluoghi e purtroppo, in questa fase, circa il 95 per cento le possiamo rendere inutilizzabili e il 5 per cento demolirle. Creeremmo problemi a chi sta accanto”.