E’ il tratto più importante, quello che consentirà di collegare via Santa Cecilia al viale Gazzi (e in futuro a via Taormina) e di fornire una preziosa alternativa alla congestionata via La Farina. In pratica quello che già accade da via Salandra in poi, tratto aperto a novembre 2022.
Ma l’ostacolo Rifotras è ancora lì. O meglio, i resti delle autodemolizioni sono stati eliminati ma, in una parte marginale, sono stati trovati inquinanti e ora, per realizzare la strada, serve che la Regione Siciliana dia un’autorizzazione di parzializzazione ambientale.
Autorizzazione che si attende da due mesi e che il Comune di Messina era fiducioso di ottenere prima di Natale ma le festività sono trascorse e il via libera non è ancora arrivato. Quando ci sarà, il nuovo tratto di strada potrà essere realizzato in un mese.
Nel frattempo, si lavora invece sotto il ponte Rfi di Santa Cecilia. Ancora qualche mese e poi quel tratto sarà riaperto, si punta ad aprile, anche se non porterà immediati benefici. Subito dopo, infatti, inizieranno i lavori di demolizione e ricostruzione del viadottino di collegamento tra il cavalcavia e la vecchia via don Blasco, il cui accesso non sarà più, come adesso, dal cavalcavia ma, appunto, da via Santa Cecilia.
Tempi scanditi ieri, infine, per il prolungamento lato sud. In commissione consiliare a Palazzo Zanca, il presidente di Arisme, Vincenzo La Cava, ha annunciato che entro gennaio saranno pubblicate le graduatorie per l’assegnazione di una decina di case agli abitanti delle baracche di via Taormina confinanti col XXIV Artiglieria. Poi sarà la volta delle demolizioni che, tra iter burocratico e lavori, potrebbero essere concluse in aprile. E poi ancora, al posto delle baracche, andrà realizzato il tratto di strada mancante.
In questo articolo, pubblicato il mese scorso, abbiamo spiegato come la via don Blasco proseguirà verso sud per evitare il tappo del viale Gazzi.