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Via Garibaldi, la pista ciclabile ostaggio della sosta selvaggia. Ecco perché servono i cordoli VIDEO

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – La pista ciclabile di epoca accorintiana è quasi impossibile da utilizzare, non perché siano in pochi a utilizzare la bicicletta in città, ma perché costantemente utilizzata per la sosta selvaggia. Basta osservare come sono andati gli ultimi anni in via Garibaldi per capire il perché della necessità dei cordoli a delimitare la corsia dedicata alle bici e ai bus e taxi.

I cordoli che fanno discutere

Il posizionamento del serpentone giallo sul Corso Cavour e Viale San Martino ha fatto molto discutere nelle ultime settimane. Presto i lavori proseguiranno anche in via Garibaldi, lì dove la pista c’era già ma non è mai stato semplice per i ciclisti utilizzarla.

In un servizio pubblicato 6 anni fa sul nostro giornale (vedi qui), quando la segnaletica realizzata dall’amministrazione Accorinti era ancora di un giallo acceso, sono ben visibili le difficoltà incontrate ogni giorno da qualsiasi ciclista. Da allora non è cambiato nulla, tranne il giallo della segnaletica un po’ sbiadito, ma comunque ignorato da chi si ostina a sostare “un minuto” dove non si potrebbe. Auto e furgoncini con o senza le quattro frecce accese, moto e motorini non mancano mai.

Le segnaletica orizzontale ignorata

Di giorno o di sera, c’è chi va un attimo al bar, un attimo in farmacia, un attimo al tabacchi ma in ogni caso la pista disegnata con la segnaletica orizzontale di colore giallo viene quotidianamente ignorata. Una sosta selvaggia continua che impedisce alle biciclette di pedalarci all’interno. Quei pochi che si avventurano e la praticano sono costretti ad un continuo slalom fra le auto con rischio sportellata ad ogni pedalata. Questo è il rapporto che Messina ha sempre avuto con la pista ciclabile del centro: ecco perché servono i cordoli.