Questa mattina, personale del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia ha eseguito una misura cautelare in carcere a carico di Salvatore e Rosario Lo Bianco, ritenuti responsabili, in concorso, dell’omicidio dell’imprenditore vibonese Filippo Piccione, avvenuto a Vibo Valentia il 21 febbraio del 1993. Ai due arrestati sono state contestate le aggravanti di aver agito con premeditazione, al fine di agevolare l’attività della ‘ndrina Lo Bianco – Barba, quale articolazione territoriale dell’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta.
L’indagine, condotta dai Carabinieri del ROS e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è nata da uno stralcio del procedimento Rinascita – Scott, a seguito del quale, il 19 dicembre 2019, erano state eseguite dall’Arma 334 misure cautelari a carico di altrettanti indagati responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e altri gravi delitti connessi.
Secondo quanto documentato, l’omicidio sarebbe stato deciso dai vertici della cosca Lo Bianco, attiva nella città di Vibo Valentia, con l’obiettivo di vendicare la morte del loro congiunto Leoluca Lo Bianco, ucciso nelle campagne di Vibo Valentia, l’1 febbraio 1992. Dalle investigazioni è emerso che i colpi di fucile che causarono la morte di quest’ultimo erano stati esplosi dall’interno di una proprietà di Filippo Piccione. Questa circostanza, ingenerò all’interno della cosca Lo Bianco, il sospetto di un coinvolgimento dell’imprenditore vibonese, secondo quanto complessivamente ricostruito anche attraverso l’esame delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, costituendo, dunque, la causale dell’efferato omicidio in danno di Filippo Piccione.