SCALETTA – “Non c’è un giorno del dolore. I giorni del dolore sono tanti. Sono passati 10 anni ma è come se fosse accaduto ieri. Una esistenza stravolta. Ieri sono andata al cimitero, ho pianto tutto il giorno. E la notte non ho chiuso occhio. Ma devo andare avanti. Lo devo fare per mia figlia, che oggi ha 11 anni, e per mio marito Giampiero”.
Luisa Laganà ha portato i fiori alle tombe di Letterio ed Elena, i genitori che l’alluvione del 2009 gli ha portato via per sempre quella sera da tregenda dell’1 ottobre.
“Mamma e papà erano in casa, io al lavoro, quando un boato prima e una bomba d’acqua e fango dopo, trasformarono l’abitazione in una trappola mortale. Mia figlia, che allora aveva un anno e mezzo, si salvò per una circostanza fortuita, perché mia sorella andò a prenderla da quella casa nel primo pomeriggio, quando ancora nulla lasciava presagire cosa stesse per accadere.
Io, mio marito, la mia bimba, passammo la notte all’addiaccio, sul terrazzo di un edificio, sotto un piumone che pesava come un macigno, inzuppato di pioggia. Non c’era corrente elettrica – ricorda Luisa – il paese era spettrale. Muoversi era impossibile. Mia sorella attraverso la ferrovia giunse vicino la casa dei nostri genitori, ma si trovò di fronte una montagna di detriti. Passammo la notte sperando… Quando con Giampiero il mattino successivo raggiungemmo casa dei miei genitori comprendemmo subito la gravità della situazione. Mio papà era esanime in mezzo al fango. Mia mamma dispersa. Un dolore immenso. La ritrovarono in mare. I giorni del dolore, senza di loro, sono tanti. Una ferita troppo profonda, che il tempo non rimargina”.
Carmelo Caspanello
(ha collaborato il videomaker Matteo Arrigo)