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VIDEO / Turismo, il virus mette in ginocchio 10mila stagionali nel taorminese

Il turismo al tempo del coronavirus. Ovvero il turismo all’anno zero. Nel comprensorio taorminese come altrove la stagione appare compromessa. Tra le imprese, il Dl CuraItalia ha creato “disappunto e delusione”. Circa 10mila stagionali vedono dinanzi a loro il baratro, una situazione drammatica.

“L’unica soluzione per evitare il collasso nel territorio – dice a Tempo Stretto Pierpaolo Biondi, presidente Federalberghi Riviera jonica messinese – è che il governo preveda la cassa integrazione per tutti i lavoratori del turismo, compresi gli stagionali e la sospensione di tutti i tributi per le aziende per l’anno in corso. Nella speranza che la stagione possa riprendersi nel 2021”.

Ad avviso di Biondi “il Dl, nonostante le numerose e pressanti istanze da parte del comparto turistico, non ha ancora colto le necessità primarie. In primis quella dei lavoratori stagionali, che. lo ricordiamo, sono oltre 10mila nell’area jonica di Messina. Tutte le attività turistiche del territorio si basano su una stagione che varia da marzo ad ottobre. Il Dl, nel mese di marzo, per coloro che hanno cessato il rapporto di lavoro tra l’1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, dopo marzo, non prevede al momento alcuna indennità. Come faranno migliaia di lavoratori a sostenersi? Sembra che il Dl – chiosa Biondi – non abbia recepito che al sud la maggior parte dei lavoratori del settore turismo sia stagionale”.

Realisticamente ad oggi si può prevedere che è molto difficile che la stagione 2020 sia in grado di partire, con perdite non recuperabili, per cui le attività turistiche si troveranno molto probabilmente con entrate pari a zero e quindi impossibilitate ad affrontare qualsiasi tipo di pagamento, e soprattutto non saranno in grado di procedere alle assunzioni. IL SERVIZIO VIDEO CON L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DI FEDERALBERGHI RIVIERA JONICA BIONDI