Sei indagati per la bancarotta fraudolenta della New Vigile Peloritano. A dicembre la Guardia di Finanza aveva arrestato i fratelli Antonio e Sebastiano Messina. La società era stata al centro di una lunga vertenza con le guardie giurate.
Sono sei gli indagati finali per il crack della Vigile Peloritano, poi New Vigile Peloritano, infine Folgore Vigilanza. Il sostituto procuratore Fabrizio Monaco, titolare del caso, ha siglato l’atto di chiusura dell’inchiesta avvisando i due fratelli Antonino e Sebastiano Messina, arrestati a metà del dicembre scorso e poi scarcerati dal Tribunale del Riesame. e il padre Rosario Messina, oggi ottantanovenne. Indagati anche la moglie di Sebastiano, Maria Letizia Mangano, alla quale il marito ha intestato, nel 2009, il contratto di leasing della Bmw 320 della società, mascherando contabilmente il trasferimento dalla società al patrimonio personale della moglie con un acquisto, ma ad un prezzo nettamente inferiore del valore, e come “pezza d’appoggio” un assegno che non trovava riscontro nella contabilità della società. Poi Angelo Pistone e Domenica Chillè, amministratore unico e socia della Folgore Vigilanza, al centro di un aumento di capitale secondo la Finanza assolutamente irregolare. L’altro socio era Antonino Messina. Secondo gli investigatori la famiglia aveva effettuato “cessioni di rami d’azienda” illeciti, evadendo il fisco e truccando i bilanci, da una società ad un’altra, dichiarando il fallimento della prima e aprendo una seconda, dalla Vigile Peloritano alla New Vigile Peloritano infine Folgore Vigilanza, continuando di fatto ad operare ma evadendo i debiti.