Una seduta piuttosto animata quella di questa mattina della VIII Commissione consiliare Cultura e Sport, presieduta da Piero Adamo, incentrata sul tema della concessioni degli stadi Celeste e San Filippo alla società del Messina di Franco Proto. All'incontro, che si è svolto in Sala Consiglio, hanno partecipato anche l'assessore allo Sport Sebastiano Pino, mentre per l'ACR erano presenti l'ingegnere Francesco Mento, il direttore sportivo Marcello Pitino e l'addetto stampa Sergio Magazzù.
Una struttura completamente rinnovata e modernizzata quella che l'ingegner Mento ha illustrato, come d'altronde è stato fatto anche in altre occasioni, del nuovo stadio Celeste, obbiettivo primario di questa società, con abbattimento delle barriere architettoniche e delle barriere che separano le tribune dal campo, con punti ristoro e merchandising, impianti di pannelli fotovoltaici e impianti drenanti per il riutilizzo dell'acqua piovana e una palestra fruibile sette giorni su sette, insomma una struttura completamente modernizzata, pensata sulle linee degli stadi inglesi, che nonostante abbia fatto brillare gli occhi e far palpitare il cuore di numerosi tifosi, contenti di un nostalgico "ritorno al passato" in un moderno Celeste, purtroppo non è riuscita a rapire i cuori e le menti dei consiglieri comunali, che hanno avuto non pochi dubbi sulle modalità in cui si stanno svolgendo le operazioni.
Innanzitutto, nonostante la domanda per richiedere la concessione degli stadi sia stata consegnata già il 6 giugno, ancora nessun documento e nessuna delibera è stata posta sotto gli occhi dei consiglieri, che quindi non hanno ancora nessun dato sui cui poter effettuare le loro valutazioni sulla fattibilità o meno dell'operazione delle concessioni.
Secondariamente, preme molto ai consiglieri capire come la società dell'ACR abbia intenzione di rientrare dai debiti che negli anni ha maturato nei confronti del comune di Messina, di cui ancora l'assessore Pino ha dichiarato di non averne calcolato l'intero ammontare (in quanto le spese del II Quartiere e della polizia municipale che hanno sede presso lo stadio San Filippo sono da scorporare al debito della società calcistica). Senza il saldo dei debiti, come previsto dalle norme vigenti il Messina non può ottenere nessuna concessione da parte del Comune, il cui primario interesse, nei confronti di tutta la cittadinanza, è quello di recuperare fondi dovunque possibile da integrare alle esigue risorse comunali, questo non per ostacolare, di certo, il percorso della società, ma per procedere attraverso l'iter amministrativo correttamente.
Inoltre i consiglieri Fenech, Consolo, Gennaro, Mondello, Cantali, hanno sollevato ancora perplessità sulla fattibilità dell'opera per quanto riguarda la viabilità, la collocazione dello stadio vicino al Policlinico e comunque nel centro cittadino, per la sicurezza della struttura ed eventuali vincoli che vigono su di essa, insomma tutta una serie di problematiche che l'Ingegnere Mento ha dichiarato essere state prese in considerazione dal progetto e superate.
In tutto questo, nonostante dunque ancora non ci sia una delibera pronta sulle concessioni (l'ACR ha chiesto 30 anni di concessione ma il sindaco si ha fatto una dichiarazione di disponibilità solo per un anno), l'ACR, con parere favorevole del dirigente del Dipartimento Sport, Salvatore De Francesco, ha iniziato alcuni lavori di pulizia e sistemazione del Celeste a proprie spese, sintomo che forse "un'intesa ufficiosa" è stata trovata tra amministrazione e società.
Tutte le obiezioni sollevate dai consiglieri, hanno tenuto questi a sottolineare, non sono state fatte per andare contro i progetti di una società che si sta impiegando concretamente affinché lo sport possa tornare a fiorire in città e possa essere motore per uno sviluppo sociale ed economico; ma perché, visto le esperienze passate, la città ha bisogno di garanzie sulla realizzazione del progetto e sulla solidità della società, per evitare che poi, a fatti compiuti e con una delibera in consiglio comunale ci si accorga che qualcosa non va e che il progetto è irrealizzabile, facendo ricadere così la colpa sui consiglieri comunali che agli occhi di tutti, soprattutto dei tifosi, sarebbero i responsabili del fallimento di questo progetto.
Infine, non si è ben capito il progetto di una società che mira a crescere e a portare la squadra ai massimi livelli del campionato italiano, che però investe così tanti fondi, e chiede così tanti anni di concessione, sulla struttura di uno stadio che poi necessariamente dovrà abbandonare qualora tornasse a militare in competizioni più importanti ed impegnative, per tornare al "costoso" San Filippo, di cui è sì stata chiesta la concessione per una anno, ma su cui non si stanno facendo investimenti.
La strada è lunga (oltre alla concessione deve arrivare il benestare del Coni sull'impianto riqualificato e l'autorizzazione della Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo), i dubbi sono molti, ma la speranza di tutti è che la questiona possa risolversi al meglio, per la società ACR, per la cittadinanza e per i tifosi che, quasi a scatola chiusa, hanno sostenuto la squadra sottoscrivendo già più di 1000 abbonamenti, segno che, almeno loro, ci credono veramente e sarebbe opportuno non deluderli ancora.
Marco Celi