VILLA SAN GIOVANNI – Mentre ormai è tutto pronto per la manifestazione “No Ponte di sabato” 12 agosto a Messina, le cui ragioni sono state illustrate ieri dalle realtà promotrici durante la conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Zanca, alcune recenti notizie, secondo gli attivisti del comitato “No Ponte Calabria”, ampliano l’elenco delle motivazioni per scendere in piazza.
“Non ci riferiamo solamente al decreto Omnibus – e la nota a firma del movimento – con il quale si potrà derogare al tetto agli stipendi dei manager e alle regole pubbliche per le assunzioni dei dipendenti, oltre a consentire che il cumulo tra pensione e compensi possa superare i 240 mila euro. L’A.d. Ciucci e il Ministro Salvini si sono subito affrettati a specificare che queste modifiche non si applicheranno al consiglio di amministrazione, e siamo certi che questo sia un criterio che sarà presto formalizzato. A noi rimane il dubbio, sicuramente frutto della nostra estrema diffidenza, che questo sforamento non serva tanto a reperire tecnici con le massime competenze, quanto invece tecnici disponibili a mettere faccia e reputazione a sostegno di una follia del genere.
A queste manovre governative fa da contraltare la proposta di tagli drastici per la nostra regione dopo la rimodulazione dei fondi Pnrr. Si parla infatti di una perdita di circa 900 milioni di euro, la metà in pratica dei fondi previsti, e il taglio è su progetti vitali come l’efficientamento energetico dei comuni, la riqualificazione urbana, strategie per la gestione dei rischi legati alle alluvioni e al dissesto idrogeologico, il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture sociali nelle zone interne. Dai progetti per la riduzione delle perdite nelle reti idriche eravamo già stati esclusi, mentre incombe sempre il rischio di perdere i finanziamenti per l’ammodernamento della flotta navale pubblica, “superata” dal progetto infinito del Ponte.
Queste sono solo gli ultimi, macroscopici, segnali che ci dicono quale sia l’interesse per le problematiche reali della nostra terra, destinata a un futuro di servitù energetica per il resto di Italia e d’Europa, grazie a rigassificatori, centrali, inceneritori e alle distese di pale eoliche e pannelli fotovoltaici, mentre le risorse pubbliche continueranno a oliare quella macchina brucia soldi che è la Stretto di Messina. A tutto questo dobbiamo opporci adesso. Per questo rinnoviamo l’invito a tutte le persone, le associazioni, gli ambientalisti, le realtà antagoniste alla realizzazione del Ponte, a manifestare con noi sabato a Messina dietro lo striscione “NoPonte Calabria””.