VILLA SAN GIOVANNI – Un dilemma che ha unito viabilità e ordinarie (ma sempre inaccettabili) difficoltà in Sanità.
Questa mattina, agli imbarcaderi privati di Villa San Giovanni, la nave-traghetto “Elio” aveva in programma di salpare per le 8. Il mezzo navale della Caronte&Tourist aveva quasi finito d’imbarcare gli automobilisti e le relative vetture in procinto di sbarcare a Messina, quando – a quanto pare, in modo accindentale – un marinaio della nave è stato investito sulla passerella da un automobilista, al quale aveva appena indicato il luogo preciso dell’imbarcazione in cui andare a posizionarsi col suo veicolo.
La preoccupazione è stata sùbito elevata per l’uomo investito dall’auto. Tempestiva è stata la richiesta di soccorsi; purtroppo non altrettanto lo è stata la risposta dell’ospedalità territoriale. Per ragioni in via di riscontro, però, l’ambulanza che doveva arrivare (dall’ospedale “Scillesi d’America” di Scilla, a quanto sembra) ha tardato sviluppato tempi biblici purtroppo tutt’altro che inconsueti, a queste latitudini.
L’uomo, ferito a una gamba, è rimasto per almeno tre quarti d’ora inutilmente in attesa dell’ambulanza. A tal punto che le persone presenti e in procinto di lasciare il porto tirrenico alla volta di Messina hanno materialmente visto che s’è reso necessario ‘spostare’ in posizione laterale alla nave il ferito, dopo averlo sistemato su una sedia a rotelle con tutte le cautele del caso, sempre in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Che solo successivamente ha trasportato il ferito al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
Il dipendente della Caronte&Tourist è complessivamente in buone condizioni, ma mentre scriviamo si trova tuttora ricoverato nel reparto Obi (Osservazione breve intensiva) dell’hub ospedaliero reggino per gli accertamenti sanitari del caso.
In simultanea, infatti – come prevedono i protocolli della società – è stato chiesto un possibile intervento degli uffici locali della Capitaneria di porto.
La Guardia costiera ha però risposto di non dover intervenire: successivamente sono stati quindi i Carabinieri a recarsi a bordo del ferry-boat per i rilievi del caso. Anche per questa ragione, ovviamente è stato poi comunque necessario spostare il dipendente con la gamba apparentemente in pessime condizioni.
Nel frattempo, inutile a dirsi, il traghetto è necessariamente rimasto fermo. Il servizio della “Elio” è stato regolarmente ripristinato soltanto per la corsa delle 9,20 e dunque un’ora e venti minuti dopo l’iniziale corsa “saltata”.
La situazione sanitaria davvero clamorosa ha dunque fatto il paio col caos più assoluto, in un coro di proteste degli automobilisti, costretti prima a una lunga attesa e poi a lasciare la “Elio”. In buona parte, queste auto “sfollate” sono state accolte sulla “Telepass” – insieme a decine di altre vetture che a bordo della “Elio” già in origine non avevano trovato posto – e su una terza nave-traghetto con partenza successiva.
Interpellato da Tempostretto, evidenzia l’Ufficio stampa della Caronte&Tourist che «i protocolli di sicurezza tempestivamente scattati a bordo hanno funzionato e il nostro collaboratore sta bene. Per il resto ci pare corretto e doveroso, nel rispetto delle compense e del lavoro di ognuno, non entrare nel merito di questioni relative a presunti ritardi nei soccorsi in ogni caso non imputabili a Caronte & Tourist».
In tutto questo, difficile non pensare alle tante altre intollerabili criticità della Sanità nel Reggino: quelle irrisolte in chiave pluridecennale e, come evidenziato sulle nostre colonne digitali, anche quelle che nelle scorse ore hanno portato al decesso di un ragazzo di soli 21 anni all’ospedale territoriale di Polistena. Evento su cui è scattata un’indagine interna all’Asp di Reggio Calabria, da cui il nosocomio polistenese dipende.
Certamente la rete dell’emergenza-urgenza e i mega-ritardi nell’invio, e nell’arrivo, di ambulanze possibilmente medicalizzate è un altro degli enormi problemi sul tema. E anche in occasione di quest’evento agli imbarcaderi di Villa San Giovanni non ha mancato di materializzarsi.
Quel che fa rabbia è che non c’è niente di nuovo sotto il sole. Difficile dimenticare un evento in cui eravamo personalmente presenti, cioè la manifestazione “noPonte” del 19 dicembre 2009 al cui termine il battagliero Franco Nisticò fu stroncato da un infarto. Anche in quel caso, per come denunciato dagli organizzatori della manifestazione, i soccorsi non arrivarono con la tempestività necessaria.
E, purtroppo, malgrado l’abnegazione del personale sanitario, organici sguarniti ed enormi difficoltà organizzative hanno prodotto tante altre vicende del genere anche negli anni a seguire.