VILLA SAN GIOVANNI – Il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto Mario Mega interviene sul porto di Villa San Giovanni. Parole forse opinabili, ma certamente un punto fermo molto significativo nel dibattito in corso.
«Facciamo un po’ di chiarezza sul Porto di Villa San Giovanni. La procedura per la formazione del Dpss (Documento di pianificazione strategica di sistema, ndr) ha innescato per il Porto di Villa San Giovanni un intenso dibattito a livello locale – scrive Mega – con produzione di dichiarazioni a mezzo stampa di vari soggetti che richiedono qualche chiarimento da parte nostra».
«Credo che preliminarmente sia bene evidenziare lo stato d’arretratezza dello scalo calabrese con livelli di qualità dei servizi per i passeggeri molto bassi di cui però stranamente nessuno si è accorto o quanto meno per cui nessuno ha fatto nulla negli ultimi decenni – osserva Mega -. Gli impatti del traffico sulla città sono evidenti, ma altrettanto lo sono le condizioni in cui gli utenti del porto devono affrontare il traghettamento con le auto ma ancora di più l’attraversamento pedonale a mezzo di traghetti e mezzi veloci.
Sin dal primo momento dell’istituzione della Adsp dello Stretto il tema della criticità del Porto di Villa San Giovanni è stato posto al centro delle nostre attività con l’attivazione di due linee d’intervento.
La prima per dare un decisivo contributo al miglioramento delle condizioni di transito dei passeggeri appiedati e l’altra per avviare la realizzazione del nuovo porto a Sud.
Chi pensa di poter far coincidere le due cose temo che ne sappia poco di portualità oppure vuole continuare a perpetuare una situazione di precarietà che ovviamente danneggia solo gli utenti».
Per i mezzi veloci, «oggi è disponibile nel porto un solo ormeggio, ricavato in una invasatura destinata alle navi ferroviarie, oggettivamente inadeguato non fosse altro perché costringe i passeggeri allo sbarco dalle navi al ponte superiore rispetto a quello di imbarco a Messina con la conseguente necessità di trasportare, senza alcun supporto o accorgimento, i propri bagagli attraverso le scale interne. Tutto questo con buona pace di persone anziane e disabili e senza che nessuno negli ultimi anni abbia fatto nulla per modificare questa condizione.
A brevissimo, poi, la Regione Siciliana farà partire i nuovi servizi di collegamento con i mezzi veloci tra la Calabria e le Isole Eolie che non saranno più stagionali e che aumenteranno anche di frequenza con la necessità di rendere disponibili ulteriori ormeggi all’attualità inesistenti.
Per i traghetti, invece, sono disponibili quattro scivoli in concessione ad un privato ed uno solo pubblico – mette in evidenza il presidente Mario Mega -, con tutte le limitazioni che questo comporta per un efficace utilizzo dello scalo come ormai è evidente a tutti. Per non parlare della circostanza che i passeggeri appiedati che arrivano con il treno e devono attendere la coincidenza con i mezzi veloci o con i traghetti devono attendere alle intemperie ovvero affrontare un percorso ad ostacoli per arrivare agli imbarchi.
Tutto questo ha necessità di interventi immediati e per tale ragione ci siamo impegnati producendo, insieme a Rfi, un progetto preliminare che prevede il potenziamento del numero degli ormeggi dei mezzi veloci (dall’unico attuale a quattro nella nuova configurazione), la realizzazione di una Stazione marittima direttamente collegata alla stazione ferroviaria ed agli imbarchi ed il potenziamento anche del numero degli ormeggi pubblici per traghetti che consentirà di gestire sia le fasi di manutenzione dell’ ormeggio ordinariamente operativo ma anche di assicurare un possibile potenziamento delle corse nei periodi di picco di traffico estivo.
Per quest’intervento sono state già individuate le risorse e le attività progettuali sono in corso al fine di poter consentire la più veloce cantierizzazione possibile attesa la straordinaria urgenza di eliminare tutte le criticità evidenziate».
«Com’è facilmente comprensibile, quindi, non è certamente questo il nuovo porto di Villa San Giovanni – rileva il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto -, per realizzare il quale occorre intanto attivare la necessaria pianificazione urbanistica che, stranamente, in tanti anni non ha mai visto la luce.
Questo è il vero problema di cui molti non considerano le conseguenze. Oggi non si può avviare la progettazione del nuovo porto a Sud, dove trasferire tutti gli ormeggi dei traghetti esistenti nel porto attuale, se prima non si stabilisce, con il nuovo Piano regolatore portuale, la localizzazione.
La realizzazione di un nuovo porto comporta non solo la realizzazione degli scivoli d’ormeggio, come purtroppo sembra essere convincimento diffuso sullo Stretto e non solo a Villa San Giovanni, ma la realizzazione dei piazzali di preimbarco, dei collegamenti con la viabilità primaria e di ogni altro accessorio e servizio che dovrà rendere l’operatività portuale accogliente, sicura, fluida e senza impatti per il territorio.
Per fare questo lo Stato pianifica, tenendo conto in primis le esigenze degli utenti e dei territori, realizza e poi decide se gestire direttamente o far gestire ai privati. Non ci sono altre strade!
A chi richiama, in questi giorni, il rispetto della Costituzione confermo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda solo che noi siamo impegnati anche al rispetto di tutte le leggi di settore e soprattutto alla ricerca di soluzioni che assicurino il pieno soddisfacimento degli interessi pubblici in gioco e la creazione di reali condizioni di libera concorrenza per i vettori dei vari servizi di traghettamento.
Da qui la necessità d’arrivare quanto prima alla approvazione del Dpss, senza cui non sarà possibile redigere il nuovo Piano regolatore portuale».
Invece, quantomeno secondo Mega, «chi pensa di cercare scorciatoie a questo percorso amministrativo previsto dalla norme forse vuole solo continuare a mantenere il Porto di Villa San Giovanni nelle attuali condizioni e questi, certamente, non siamo noi.
Spero che questi chiarimenti, ora resi pubblici a tutti – sottolinea il presidente dell’Adsp dello Stretto -, servano a riportare la discussione nell’alveo corretto evitando strumentalizzazioni che danneggiano solo gli utenti ed i cittadini di Villa San Giovanni.
I percorsi attivati sono quindi due e devono procedere parallelamente.
Da un lato occorre approvare il DPSS che preveda non solo la realizzazione del nuovo porto traghetti a sud dell’attuale ma soprattutto lo spostamento in questa nuova localizzazione di tutte queste attività e la restituzione delle aree oggi occupate dai traghetti privati agli usi urbani.
A valle del Dpss potrà essere redatto il Piano regolatore portuale che stabilirà esattamente la posizione, la forma e le caratteristiche delle nuove darsene, che a quel punto potranno essere progettate e realizzate.
Nel frattempo non si possono lasciare i passeggeri con gli attuali servizi, praticamente inesistenti, ed ecco perchè occorre intervenire subito sul layout del porto attuale potenziando gli ormeggi pubblici, sia per i mezzi veloci che per i traghetti, e realizzazione una moderna stazione marittima».
La nuova Amministrazione comunale, fa tra l’altro sapere Mario Mega, «ci ha chiesto di lasciare libero completamente il Lido Cenide perché ritiene di voler riassorbire anche quello nel futuro alle funzioni urbane e noi abbiamo trovato una nuova soluzione progettuale, altrettanto valida, che rimane all’interno dell’attuale ambito operativo portuale.
Il confronto, come si vede, è non solo necessario ma utile ma poi bisogna decidere perché rispondere alle esigenze degli utenti è un obbligo non più rinviabile.
Strategia e tattica devono andare di pari passo se si vuole realizzare veramente il cambiamento. D’altra parte non averlo fatto sino ad ora ha prodotto questa situazione in cui si parla, si delibera, si decide ma poi alla fine nulla cambia.
Noi siamo convinti, documenti alla mano, che nessuno più di noi si sia interessato al porto negli ultimi anni mettendo in campo progettualità e strategia per lasciare alle spalle decenni di disattenzione e incuria che non hanno certamente agevolato né i passeggeri né i villesi, ma che hanno comunque consentito aumenti di traffico sempre più elevati con le conseguenze ambientali sotto gli occhi di tutti».