“E’ stata una grande soddisfazione poter aprire questo “spazio sociale” nella casa dell’arte della mia città, il Museo Accascina, il museo che ospita due Caravaggio. Una grande soddisfazione possibile grazie al direttore Orazio Micali che ha riconosciuto l’importanza dell’iniziativa, permettendo l’accostamento alle opere d’arte dell’arte del fumetto, una forma d’arte che ha consentito di avvicinare meglio i giovani soprattutto al tema delicato e impattante della violenza di genere”.
Così Maria Andaloro commenta la mostra “Violate”, conclusa da poco al Museo regionale, che attraverso le tele del fumettista Lelio Bonaccorso ha raccontato il fenomeno della violenza appunto, celebrando gli 11 anni di impegno di Posto Occupato, la campagna creata da Andaloro.
Visitabili per due mesi nelle sale principali del museo, le tele di Bonaccorso hanno richiamato tanti visitatori ma soprattutto ragazzi, che sono il target principale dell’opera di Andaloro, con l’obiettivo di incidere sul piano culturale e sociale, nella lotta alla violenza.
La mostra con le 10 tavole in stile graphic novel, realizzata a Messina grazie alla partner con Chiara Basile di Saccne, riprende ora il suo tour per l’Italia, dopo essere già state esposte in prestigiose sedi nazionali. Anche Maria Andaloro torna a lavoro con Posto Occupato e tante altre iniziative in cantiere, per continuare il lavoro che in 11 anni è cambiato molto, come sono cambiate le forme di violenza, e che approfondiremo con lei prossimamente.
“Violate sono le donne ignorate, manipolate, abusate e assassinate. La mostra si compone appunto di dieci illustrazioni, che rappresentano alcune modalità, con le quali donne, di ogni età e condizione, subiscono un abuso. L’autore parte correggendo la prospettiva con la quale si tollerano alcune pratiche quotidiane ed arriva alla denuncia degli atti più eclatanti, che culminano con il femminicidio: sono dunque illustrate violenze come la molestia sul lavoro, l’orrore delle spose bambine, la tortura dell’acido o delle percosse, la violenza assistita, la lacerazione psicologica indotta vedendo la tragedia abbattersi sulle persone care”, aveva commentato all’inaugurazione Maria Andaloro. Le 10 tavole di Lelio Bonaccorso raccontano le donne alle prese con le conseguenze e le cause della violenza, a cominciare dal silenzio che le avvolge.