Messina – Non c’è spazio per “sconti” o assoluzioni, in appello, per il 24enne della zona sud accusato di aver violentato in auto una diciottenne (all’epoca dei fatti) che conosceva sin da bambina. Il ragazzo, residente in un villaggio della zona sud di Messina, è stato condannato anche dalla Corte d’appello di Messina (presidente Sagone), che ha confermato la sentenza di primo grado risalente all’estate del 2023: 6 anni e mezzo di reclusione e il risarcimento alla vittima, che oggi ha poco più di 20 anni.
Il fatto risale ad una caldissima notte di agosto del 2020 e a denunciare tutto è stata la ragazza, tornata a casa sotto choc dopo la sera da incubo. Insieme all’avvocato Fabio Mirenzio, ha trovato la forza di rivolgersi alla magistratura.
Amici fin da bambini, cresciuti una accanto all’altro, consumano insieme anche le prime esperienze sessuali. Diventano “amici di letto”, ma lei vuole un rapporto stabile. Quando capisce che lui invece non intende trasformare il rapporto in qualcosa di più, lei chiude. Un taglio netto, che lui non accetta e comincia a “tampinarla”. Tra tira e molla, blocchi sui social e discussioni animate, lei acconsente ad incontrarlo, sperando che sia l’ultimo incontro.
A quel faccia a faccia lui si presenta ubriaco fradicio e mentre lei cerca di aiutarlo, lui comincia ad allungare le mani, con sempre maggiore violenza e forza, arrivando anche a picchiarla e costringendola ad un rapporto sessuale. La sbatte sul cofano, le struscia il pene tra le gambe, la malmena quando lei cerca di sottrarsi e a forza la spinge in auto. Poi la violenza completa.