Cronaca

Violenza in città e disagio giovanile, vertice in prefettura. Un percorso inclusivo per prevenire

A Messina c’è un problema sicurezza che coinvolge i minori ed è frutto di un disagio giovanile che le istituzioni stanno affrontando con determinazione. Emerge un quadro complessivo delicato esaminato nel corso di un “tavolo di coordinamento”. Parallelamente al costante monitoraggio della prefettura in ordine alle problematiche della sicurezza urbana nel territorio cittadino e provinciale, si è tenuta una riunione, al Palazzo di Governo, al fine di una congiunta disamina con le forze di polizia e i vari enti ed attori istituzionali interessati sulle possibili iniziative anche a carattere preventivo di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime che in quella di responsabili di illeciti, con specifico riferimento ad alcune recenti notizie di cronaca afferenti ad episodi di disagio giovanile avvenuti in questo capoluogo.

I partecipanti al Tavolo

Al tavolo di coordinamento, presieduto dal prefetto, Cosima Di Stani, hanno partecipato il Questore, il Comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il presidente ed il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Messina, l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Messina, il Vescovo ausiliare di Messina, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, il direttore dell’Ufficio di Servizio sociale per i minorenni ed i presidenti di Confcommercio e Confesercenti. È intervenuta, inoltre, la rappresentante della Consulta provinciale degli studenti per offrire la prospettiva di visione degli studenti in ordine alla tematica in argomento. Nel corso dell’incontro si è proceduto, preliminarmente, ad un approfondimento degli aspetti di disgregazione sociale ritenuti cause o concause delle manifestazioni di disagio giovanile, anche a fronte dei difficili periodi concomitanti e successivi all’emergenza epidemiologica, che, certamente, hanno contribuito ad un uso compulsivo dei social network e degli strumenti telematici anche per la spettacolarizzazione, tramite video e successiva condivisione con altri utenti, di condotte quali l’abuso, già in giovane età, di alcolici o l’assunzione di stupefacenti, il bullismo e cyberbullismo e, non da ultimo, l’approccio violento con i propri coetanei.

La campagna di sensibilizzazione

È emerso, quindi, un quadro complessivo, seppur non preoccupante, rispetto al quale i partecipanti al Tavolo di coordinamento hanno condiviso un percorso a carattere preventivo basato sulla campagna di sensibilizzazione “InStradaMe”, già finanziata in favore del Comune di Messina dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga, volta al contrasto all’incidentalità stradale, e su progetti di educazione territoriale e domiciliare, destinati alla generalità dei giovani, con fini inclusivi e di stimolo alla pratica di sport ed attività ludiche e culturali, ma anche alla presa di coscienza delle proprie azioni ed alla consapevolezza delle conseguenze, tra cui preclusioni pure di tipo lavorativo e professionale, quali l’impossibilità di accedere a taluni concorsi in caso, ad esempio, di commissione di illeciti.

Il ruolo educativo delle famiglie

Dopo aver evidenziato il ruolo educativo primario delle famiglie, è stato rimarcata l’importanza che la scuola e, quindi, gli insegnanti possono e devono avere nella formazione degli studenti, quali responsabili cittadini di oggi e del domani, rafforzandone la fiducia in tutte le istituzioni per agevolare la denuncia di atti e violenze subite. Oltre alla descritta azione di più ampio respiro che vada alle radici del disagio giovanile, finalizzata a intercettare con tempestività le forme più varie di manifestazione del fenomeno e intervenire sulla base dei diversi livelli che caratterizzano il sistema di prevenzione, si è fatto un punto di situazione sull’attività di vigilanza e controllo che si sta già attuando nei punti nevralgici della movida messinese, nonché sulle conseguenti risultanze giudiziarie.

I colpevoli individuati dall’Autorità giudiziaria

Al riguardo, l’Autorità giudiziaria ha fatto presente come tutte le fattispecie penalmente rilevanti attribuibili a minori siano state oggetto di indagini i cui esiti hanno condotto all’identificazione dei colpevoli e alla successiva definizione dei processi. È stato sottolineato, altresì, che nei casi di accesso alla messa alla prova si è registrato un positivo riscontro di tipo formativo ed educativo, essendo stati poi rarissimi i casi di recidiva da parte dei medesimi soggetti. Il confronto ha, quindi, rappresentato un’occasione preziosa per un’approfondita riflessione sulla problematica, consentendo di mettere a fattor comune le esperienze maturate nell’ambito delle varie realtà istituzionali, frutto di punti di osservazione privilegiati sul fenomeno del disagio giovanile nonché i progetti in atto e in programma finalizzati a sensibilizzare ed educare i giovani ai valori della convivenza sociale.

Il prefetto Di Stani: “Prima riunione di un percorso virtuoso”

“Quella di oggi è una prima riunione per avviare un percorso virtuoso che proverà a coinvolgere tutti coloro che, nel pubblico e nel privato, incrociano quotidianamente il mondo dei giovani e il loro futuro e che sarà esteso, progressivamente, ai Comuni dell’Area Metropolitana – ha dichiarato il prefetto di Messina Cosima Di Stani – Come noto, questa prefettura segue costantemente da tempo le problematiche della sicurezza nel capoluogo, oltre che nella provincia: le stesse sono state oggetto di trattazione nel corso di numerose riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica tenutesi presso il Palazzo di Governo, da ultimo quella sul degrado urbano, e già domani si riunirà l’Osservatorio sulla sicurezza stradale dove si farà un focus, fra l’altro, sul rispetto delle regole di comportamento stradali nonché sulle violazioni dei divieti di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza”.