Sequestrata, violentata, perseguitata e maltrattata da chi diceva di amarla. Ha solo diciassette anni la ragazza che, lo scorso marzo, ha avuto il coraggio di presentarsi in una stazione dei carabinieri di Messina e, sostenuta dal conforto della madre, di denunciare il suo incubo, il suo ex, un ventitreenne messinese finito ieri in manette con accuse pesantissime: atti persecutori, violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, maltrattamenti e minaccia nei confronti di una minore.
La storia è una di quelle che ormai si leggono troppo spesso sulle pagine di cronaca. I due ragazzi avevano terminato da poco una relazione amorosa, tormentata secondo la testimonianza della giovane, ma lui non riusciva ad accettarlo. E così aveva cominciato a perseguitare la sua ex, a molestarla ogni qual volta la incontrava per strada, a divenire la sua paura più grande. Un giorno, l’avrebbe addirittura seguita e costretta a salire sulla propria auto, violentandola, poi, all’interno di un garage. Da qui le minacce, “se dici qualcosa, ti ammazzo” qualora la ragazza avesse osato raccontare tutto alle forze dell’ordine o ai famigliari.
Eppure, il coraggio di parlare, in quella giovane donna, ha avuto il sopravvento. Le indagini sono scattate immediatamente, a coordinarle la Compagnia dei Carabinieri di Messina Sud. Il Gip ha così confermato le accuse nei confronti del 23enne che, ieri pomeriggio, è stato arrestato e ristretto nel carcere di Gazzi.
Veronica Crocitti