L’ispezione è iniziata. Si è presentato questa mattina a Palazzo Zanca l’ispettore regionale Antonio Garofalo, spedito dal Dipartimento Autonomie Locali per fare luce sulle spese dell’epoca Alessio Ciacci. E’ giunto negli uffici comunali per acquisire tutti i documenti relativi alla nomina del liquidatore di Messinambiente e gli atti che parlano del lavoro di Ciacci alla guida della società di via Dogali. Sotto la lente di ingrandimento dell’ispettore regionale ci sarà soprattutto l’attività di controllo che il Comune, in quanto proprietario di Messinambiente, avrebbe dovuto effettuare, per verificare se in quel periodo Palazzo Zanca teneva gli occhi aperti su ciò che accadeva tra le mura della società che gestisce il servizio rifiuti.
Un’ispezione scattata sulla scorta delle numerose denunce del consigliere comunale Angelo Burrascano che in questi mesi non ha dato tregua al liquidatore di Capannori e ha passato al setaccio tutti i conti e le spese effettuate in città.
Burrascano indicava «la presunta sussistenza di alcune ipotesi di irregolarità riferibili all’attività del commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci per non aver avuto esaustiva risposta circa la documentazione giustificativa di alcune spese effettuate dal liquidatore e dallo staff di consulenti con riguardo ad una cena di rappresentanza per 499,50 euro e delle spese per mezzi di viaggio che, per il periodo marzo-novembre 2014, ammonterebbero a 23.196,02 euro». Si era immediatamente mosso l’Ufficio Ispettivo regionale che aveva chiesto al sindaco e al segretario generale di relazionare sulle azioni effettivamente messe in campo dal Comune per verificare quanto sostenuto dal consigliere. Avevano risposto Accorinti e Ialacqua con una relazione in cui però si parlava di Ciacci e delle novità portate in città grazie alla sua presenza, dei progetti e degli obiettivi, senza entrare nel merito delle richieste che invece aveva formulato l’Ufficio ispettivo regionale. E infatti evidentemente le risposte non sono state sufficienti ed esaustive, tanto che è stato compiuto il passo successivo e la Regione ha fatto scattare l’ispezione (VEDI QUI).
Garofalo avrà 60 giorni a disposizione per «svolgere un accertamento ispettivo direttamente presso gli uffici del Comune di Messina con il compito di relazionare con urgenza sull’esito della verifica svolta e, qualora ne risultino verificate e le condizioni, rapportare i fatti agli Organi e Autorità normativamente interessate». 60 giorni a disposizione per fare luce sui 30 mila euro utilizzato da Alessio Ciacci e dai suoi consulenti tra il 31 marzo e il 30 novembre 2014. Spiccava quell’ormai famosa cena da 499,50 euro, ma nel mezzo ci sono spese per viaggi, alberghi, ristoranti. Adesso è tutto nelle mani dell’ispettore Garofalo.
Francesca Stornante