Il senatore Emanuele Macaluso è stato ospite dell'Università di Messina. L’incontro,che si è svolto nel pomeriggio nell’Aula Magna dell'ex Facoltà di Economia, è stata un'utile occasione per riflettere sul tema della democrazia, ripercorrendo le tappe relative alla nascita della Repubblica Italiana nel secondo dopoguerra, ascoltando il punto di vista di un uomo che ha vissuto le fasi più delicate della storia del nostro Paese. Prima della presentazione del volume, il senatore Macaluso è stato ricevuto dal Direttore del Collegio dei Pro-Rettori, prof. Giovanni Cupaiuolo – in rappresentanza del Rettore, prof. Pietro Navarra, assente per impegni istituzionali – per la rituale firma del Registro degli ospiti.
La testimonianza e il punto di vista acuto di un uomo come Macaluso, che nella sua veste di senatore e giornalista ha vissuto le fasi più delicate della storia della nostra Repubblica, sono contenute all’interno del volume “Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo” edito da Feltrinelli e presentato nell'Aula Magna dell'ex Facoltà di Economia dell'Università di Messina. Il testo propone una profonda analisi della storia italiana del secondo dopoguerra, prendendo il via dal ritorno in Italia di Palmiro Togliatti, incrociando la ricostruzione storica con la consapevolezza di ciò che è avvenuto in seguito alla caduta del Muro di Berlino, dopo la dissoluzione del Pci e la salita al governo di un ex dirigente comunista, fino all'attuale crisi della sinistra. All'incontro, introdotto dal prof. Cupaiuolo e dal Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni, prof. Giovanni Moschella, sono intervenuti il dott. Nuccio Anselmo della Gazzetta del Sud, il prof. Luigi Chiara e il prof. Giuseppe Giordano.
"Il mio racconto riguarda soprattutto il dopoguerra” – ha spiegato il senatore Macaluso – “ripercorrendo la nascita della Repubblica, della democrazia e di com'è stata scritta la Costituzione. Uno dei momenti più alti del nostro Paese, quando la buona politica si esprimeva guardando all'interesse generale dell'Italia e il fine era la costruzione delle basi della nostra democrazia; un momento caratterizzato da dibattiti e momenti anche aspri, ma sempre densi di idee, di valori, di competenze che hanno segnato la vita della Repubblica italiana. In questo libro viene posta attenzione a come si è teso a cancellare un po' questa storia, che riguarda non la sinistra, non un partito, ma gli italiani e soprattutto le nuove generazioni, che dovrebbero tenere presente e trarre insegnamenti da quello che è stato l'agone politico di quegli anni. La crisi della politica” – ha concluso Macaluso – “è dovuta al fatto che in questi anni c'è stata una netta separazione tra la cultura e la politica. In passato tra le due c'è stata una grande comunicazione, mentre oggi la politica è diventata piccola amministrazione. La politica, invece, serve all'emancipazione dell'uomo: questo è stato un grande valore che oggi pare sia stato cancellato".
Il prof. Cupaiolo ha aperto la presentazione, affermando che "Emanuele Macaluso è stato, tra le altre cose, membro della segreteria del Partito Comunista e attivo giornalista. È anche un autore storiografico, avendo scritto saggi di politica e di sociale, in particolare sulla mafia". L’intervento successivo, a cura del prof. Moschella, ha invece posto l’attenzione sul contenuto del libro del senatore Macaluso, “un testo interessante per la franchezza e la lucidità con la quale vengono trattati gli argomenti, chiara manifestazione di una grande onestà intellettuale. Tramite la figura di Palmiro Togliatti si opera una riflessione utile sul tema della fondazione repubblicana, in cui il ruolo del segretario e del partito vengono analizzati rispetto ai lavori dell'Assemblea costituente e alla loro scelta a favore della democrazia dei partiti. Inoltre la figura di Togliatti rivela la sensibilità e il grande senso di responsabilità di un uomo politico verso temi come il terrorismo e la crisi economica".
"La storia è tutta contemporanea poiché lo sguardo al passato è dato con un interesse al presente” – sostiene il prof. Giordano – “È l'idea che muove il libro di Macaluso, che identifica un appiattimento al giustizialismo delle importanti questioni sociali nell'epoca moderna. La tesi di Macaluso è che dal 1979 si è cercata la discontinuità e si è persa l'identità della sinistra. L'ambiguità del Partito Comunista ha causato una certa diffidenza da parte della politica e della cittadinanza. Macaluso crede che Togliatti non ricercasse una via rivoluzionaria bensì riformista: il suo atteggiamento fu strategico e non tattico, a differenza di quanto invece emergeva dalla dirigenza del partito. Macaluso riconosce al partito di aver tradotto le idee dei grandi pensatori in azioni politiche e sociali in grado di essere comprese dalla gente".
La conclusione della presentazione, affidata allo stesso Emanuele Macaluso, rivela una certa emozione nelle sue parole: "Il mio ritorno qui è stato per certi versi commovente. Sono stato a Messina nel 1944, in occasione del primo convegno siciliano del Partito Comunista. La città era distrutta, non c'erano treni, era tutto spettrale. Allora avevo vent'anni. Di Messina mi è rimasta l'immagine di quei militanti che anche durante il fascismo erano stati fermi nelle loro posizioni. Sono davvero grato di questo incontro all'Ateneo di Messina. Ho scritto questo libro quasi per una rabbia senile. Si è pensato che la storia non serviva al futuro, bisognava anzi puntare sulla discontinuità. Ho voluto ricordare questa storia ai giovani, che assistono alla politica nei talk show".
Gaetano Saccà