Stavolta Messinambiente non ha dato buca alla commissione Bilancio e i dirigenti della società si sono presentati a Palazzo Zanca per discutere della parte del Piano di riequilibrio dedicata alla partecipata di via Dogali, uno dei più pesanti fardelli sulle spalle del Comune. La commissione era stata convocata inizialmente alle 10, poi è slittata alle 12, alla fine però il cerchio sulle partecipate è stato chiuso. Come avevano già fatto nei giorni scorsi Amam e Atm, anche i vertici di Messinambiente hanno confermato i dati e le cifre contenuti nella relazione della manovra finanziaria. Oggi pomeriggio si continua a sviscerare il Piano, la commissione presieduta da Nicola Cucinotta insieme a Pippo Trischitta e Carlo Abbate, ha deciso di convocare alle 18.30 quasi tutti i Dirigenti comunali e l’esperto dell’amministrazione Giuseppe Cannizzaro per approfondire alcuni punti che destano ancora qualche perplessità, soprattutto alla voce “entrate”. Poi alle 19 fissato il Consiglio comunale. Intanto pare sia ufficialmente arrivata sul tavolo dell’assessore Guido Signorino la comunicazione dalla Regione sul finanziamento dei 27 milioni che saranno inseriti nel riequilibrio con un emendamento.
Ma tornando a parlare di partecipare, la storica “guerra” tra Messinambiente e Ato3 non accenna a placarsi e anzi sta mettendo in ginocchio la società d’ambito in liquidazione oggi diretta dal commissario Michele Trimboli. Le tensioni tra le due partecipate non si sono mai allentate e durissimi in questi anni sono stati gli scontri, le polemiche, i contenziosi, soprattutto per quella differenza sempre palese tra i costi dei servizi gestiti da Ato3 ed espletati da Messinambiente. Un braccio di ferro tra crediti e debiti vantati che qualche settimana fa ha portato all’esecutività di un decreto ingiuntivo presentato da Messinambiente, ai tempi del commissario Armando Di Maria, per somme non riconosciute dall’Ato3 e dal Comune nel Piano Finanziario dei rifiuti 2012.
Decreto ingiuntivo da 6.678.000 euro che ha fatto scattare il pignoramento sia verso la società d’ambito che verso il Comune di Messina. E le conseguenze iniziano a farsi sentire. Da due mesi i dipendenti dell’Ato3 non percepiscono gli stipendi, i soldi a disposizione per l’acquisto delle attrezzature che servono per espletare i servizi rimasti tra le competenze Ato stanno finendo, di questo passo tutte le attività si fermeranno presto. Nei giorni scorsi a Palazzo Zanca ci sono stati alcuni incontri tra i vertici di Messinambiente e Ato e l’assessore Daniele Ialacqua, la soluzione però non sembra essere a portata di mano. Ialacqua avrebbe chiesto a Messinambiente di ritirare il decreto ma la società di via Dogali non ha intenzione di fare un passo indietro.
In campo scende anche l’intero ufficio di Presidenza del Consiglio comunale. La presidente Emilia Barrile e i vice Nino Interdonato e Nicola Crisafi hanno scritto al Sindaco Accorinti per chiedere un intervento immediato nella questione. I consiglieri ribadiscono che l’Ato3 riesce a stento a fornire quei servizi indispensabili quali pulizia delle ville e aree a verde e che il mancato pagamento degli stipendi sta creando disagi e difficoltà a tante famiglie. Alla luce di questa situazione, continuano i consiglieri, considerato che ad oggi né Comune né Messinambiente hanno illustrato una possibile strategia per uscire dal problema e che ad oggi l’Ato3 non ha disponibilità finanziaria chiedono al Sindaco Accorinti di valutare nell’immediato la sospensione del pignoramento, anche in vista di ciò che accadrà con il piano di riequilibrio che prevede lo sblocco delle somme in favore dell’Ato3.
F.St.