Una storia drammatica ma con un lieto fine. Una storia che vuole diventare l’occasione per raccontare che a Messina la buona sanità esiste, che ci sono delle eccellenze che meritano di essere conosciute, che ci ha fatto entrare proprio lì dove anche i minuti possono diventare infiniti e allo stesso tempo preziosi, dove la vita guarda in faccia la morte. E’ la storia di un uomo che vuole dire grazie a chi non solo lo ha salvato, ma gli ha restituito tutto quello che in un normale pomeriggio di luglio stava per perdere inesorabilmente.
E’ la storia di un uomo di 48 anni che svolgeva una vita tranquilla, regolare, in salute. Praticava sport assiduamente, si stava preparando a correre una gara ciclistica a Roma, aveva anche fatto tutta una serie di approfonditi controlli per ottenere il certificato medico agonistico per partecipare a quella gara. E all’improvviso il dramma. Quei dolori sempre più forti, l’arrivo in ospedale, la diagnosi: dissezione aortica. Una grave condizione in cui il tessuto dell’aorta si lacera e che ha un tasso altissimo di mortalità. In urgenza, come accaduto in questo caso, riesce a sopravvivere all’intervento chirurgico solo una persona su dieci. E a fine luglio, nella sala operatoria dell’Uoc di Chirurgia vascolare del Policlinico di Messina è sopravvissuto un uomo che ha deciso di far conoscere la sua storia per raccontare ai messinesi che la buona sanità esiste anche alle nostre latitudini e si coniuga con la dedizione, l’affetto, il rispetto che ha trovato in medici e infermieri dell’equipe che lo ha assistito e curato.
Una squadra giovane, ambiziosa, che vuole portare avanti la scuola di chirurgia vascolare fondata oltre 25 anni fa dal professor Spinelli. A raccontarci cosa c’è dietro camici e mascherine è stato il prof. Filippo Benedetto, che in quell’occasione operò l’uomo che oggi vuole dirgli grazie.
Un percorso che, in questi anni, ha già reso il reparto di chirurgia vascolare del Policlinico di Messina vero punto di riferimento per il sud Italia, con il paradosso che probabilmente sono proprio i messinesi a non conoscere realtà importanti e di eccellenza come queste. Ovviamente c’è ancora tanto da fare, ma questa sembra la stessa direzione che per primo aveva intrapreso il fondatore di questa scuola messinese. Ad oggi la continuità di quel progetto è stata sostenuta e incoraggiata dai vertici universitari ed aziendali, in primo luogo dal Magnifico Rettore Prof. Pietro Navarra e dal Direttore generale del Policlinico dott. Marco Restuccia, che hanno creduto e continuano a credere ed investire su un’equipe giovane che si è formata sul campo.
Un lavoro che, grazie all’esperienza di un uomo che in quel luogo ha ritrovato la vita, adesso tutti possono conoscere. Una speranza in più per una città che forse è ricca di eccellenze che aspettano solo di essere svelate.
Francesca Stornante