Il tentato suicidio di un detenuto ricoverato presso il centro clinico del carcere di Gazzi, sventato solo grazie al tempestivo intervento di un agente di polizia penitenziari e dei colleghi giunti in supporto, riaccende le polemiche sulle carenze della Casa Circondariale di Messina. Carenze che riguardano non solo l’aspetto strutturale, (al momento prevista solo la ristrutturazione del “Reparto Sosta” per 250 mila euro) ma anche quello di personale. Tante negli ultimi due anni (vedi correlati) le denunce e le richieste di intervento da parte dei vari sindacati, che purtroppo, però, non sono mai riusciti a fare fronte comune, rendendo dunque praticamente vane le diverse iniziative di proteste. Lo scorso 31 dicembre il sindaco Buzzanca è stato in visita presso la struttura carceraria constatando di persona i disagi di lavoratori e detenuti e dichiarandosi pronto a fare il possibile per migliorarne le condizioni.
Sulle parole spese dal primo cittadino e più in generale sulla situazione vissuta a Gazzi, interviene oggi la segretaria della Fp Cgil Clara Crocé: « Si sono verificate eclatanti azioni di protesta da parte dei detenuti mediante il rifiuto del cibo, della ”ora d’aria”, la battitura delle inferriate e il rifiuto di terapie ed atti di autolesionismo, ma nonostante tutto non sono approntate , da parte degli organi competenti i doverosi rimedi . E la situazione rischia di divenire ancora più esplosiva, a causa del sovraffollamento dei detenuti e della carenza di personale in organico».
Attualmente, l’organico del carcere di Messina prevede 293 unità di personale per 283 detenuti . «Attualmente però – continuano Crocè e Franco Spanò coordinatore provinciale polizia Penitenziaria – mancano all’appello almeno 150 unità di personale di polizia penitenziaria. La grave carenza di personale costringe gli operatori a sopportare il peso di turni massacranti . I turni, infatti, vengono espletati su tre quadranti di otto ore ciascuno, in violazione del CCNL , il quale prevede che turni di quattro quadranti, di sei ore ciascuno, come avviene nelle regioni del Nord. Addirittura , in alcuni Istituti del Nord , il personale è supportato da altre unità di rinforzo a piani. Il sovraffollamento determina una presenza anche di 10 detenuti per cella e pessime condizioni igienico-sanitarie. C’è inoltre carenza di adeguati riscaldamenti o impianti di climatizzazione. Le celle sono umide e degradate (anche sotto il profilo igienico- sanitario) e sono “arredate” con letti a castello a tre piani a quattro paini. Le docce sono in comune, mentre nelle celle c’è un wc negli angoli senza accorgimenti per garantire un minimo di “privacy”».
I rappresentanti della Cgil concludono facendo riferimento alla visita di Buzzanca: « Il sindaco di Messina ha rotto il silenzio – commenta Crocè – ma già il 25 febbraio del 2009, avevamo chiesto al primo cittadino un urgente incontro per affrontare l’emergenza delle gravi condizioni igienico sanitarie. Alle visite adesso devono seguire i fatti – conclude Crocè- chiediamo al Sindaco di esercitare le prerogative che la Costituzione e l’Ordinamento gli affidano nella qualità di Autorità sanitaria». (ELENA DE PASQUALE)