Non nasconde il suo disappunto Giuseppe Ministeri, nonché la profonda amarezza per quanto sta avvenendo, anzi, sarebbe meglio dire non sta avvenendo, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Presidente del Conservatorio Corelli, a luglio era stato designato dal sindaco metropolitano quale componente del Cda ma in seguito allo scontro tra De Luca e l’assessore Pappalardo che vuol avocare a sé la scelta del presidente (leggi qui) la sua nomina e quella di Enzo Caruso è stata revocata.
“Davvero gravi sono ormai i ritardi accumulati dall’Assessorato regionale alla Spettacolo sul nostro Teatro. Continuano a passare i giorni, le settimane, ormai i mesi e lo stallo è totale. La verità, oltre a un disegno più generale che vede il ridimensionamento degli Enti culturali della Regione e nel cui quadro Messina rischia di essere travolta dall’asse Palermo-Catania, è che sulla pelle del nostro Teatro si sta giocando una partita più grande. O meglio, le nomine al Vittorio sono inserite in quadro più ampio di nomine a livello regionale che la maggioranza che sostiene il Governo non riesce ad esitare per una serie di veti incrociati e problemi sulle singole persone in ballo”.
Ministeri dunque pensa che ci sia molta Politica di mezzo, anche troppa, in questo lunghissimo periodo di indecisione della Regione sulla nomina del sovrintendente e sulla nuova governance (leggi qui).
“Un altro esempio? Alla FOSS (Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana) sono da mesi bloccati per la nomina di un componente del CDA che deve indicare direttamente il Presidente della Regione. Perché? Perché il posto spetta all’UDC, che vuole Ester Bonafede, ma il Presidente Musumeci non vuole nominarla, giustamente dal suo punto di vista, perché la signora è stata Assessore di Crocetta. È così via, la maggioranza alla Regione non funziona, non decide, perché troppo variegata. E anche negli Enti culturali di diretta emanazione regionale se ne pagano le conseguenze.”
Ministeri si dice particolarmente preoccupato, da messinese innanzitutto, e da operatore per la situazione venutasi a creare in Teatro con la stagione pronta ma che non può partire, i bilanci approvati ma di fatto fermi. L’appello dei direttori artistici alla deputazione regionale è stato totalmente ignorato (leggi qui).
“Difficile adesso recuperare il gap, forse certa politica non comprende le caratteristiche del nostro lavoro, fatto di tempi certi, o che tali dovrebbero essere. E la vicenda si complica sempre più: se da una parte hanno ampliato i poteri della Commissaria conferendole il contenzioso tale da poter autorizzare il Presidente a costituirsi, dall’altra è scaduto l’esercizio provvisorio, con tutte le conseguenze del caso; e poi, mentre continua il balletto dei nomi papabili sul Sovrintendente e sui rispettivi sponsor, nulla avviene per il Commissario, non quello ad acta, bensì per la figura che inevitabilmente ormai dovrà sostituire il CDA, con i poteri dunque dell’organo di amministrazione. Mi permetto di avanzare qualche dubbio anche sui residui attivi accertati dai Revisori nella seduta del 20/9, mi sembrano un po’ troppi € 3,8 milioni di euro, che dovrebbero costituire entrate certe…Probabilmente, aveva ben visto il Sindaco De Luca nel mettere spalle al muro l’Assessore Pappalardo. Qui, altro che piano aziendale! L’unica cosa che vediamo sono i post su FB dell’Assessore Pappalardo”
Rosaria Brancato