Tutto ruota intorno alla parola “temporaneo”. L’ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, lo aveva già detto un anno e mezzo fa in un’intervista rilasciata al nostro giornale: “I giunti di collegamento tra il viadotto Ritiro e lo svincolo di Giostra rappresentano una soluzione temporanea”. Lo aveva confermato sempre al nostro giornale il prof. Giuseppe Ricciardi, responsabile della convenzione, per conto dell’Università di Messina, stipulata il 27 settembre 2011 con il Comune e l’Anas, per lo studio della “Valutazione degli effetti della interazione tra la struttura del viadotto Ritiro ed i viadotti dello svincolo di Giostra”, aggiungendo che il giunto “sarebbe molto pericoloso se non andasse di pari passo con l’adeguamento sismico del Ritiro”.
Ma cosa vuol dire “temporaneo”? Mesi o anni? Il progetto di adeguamento statico e miglioramento sismico del viadotto Ritiro, i cui lavori stanno finalmente per entrare nel vivo dopo una fase preparatoria, accoglie l’idea di installare un giunto temporaneo, per la durata di qualche mese. Ed è grazie a questo giunto che lo svincolo di Giostra potrà essere aperto a breve, prima ancora della prevista realizzazione di due nuove pile e tre campate utili alla soluzione definitiva, che è quella di “allungare” la rampa fino alla collinetta antecedente. Questi lavori dureranno sei mesi ma, in questo frattempo, si potrà utilizzare l’uscita di Giostra che, anzi, sarà passaggio obbligato per tutti perché, contemporaneamente, inizierà lo svaro del Ritiro. Si potrà dunque scegliere se “scendere” sul viale Giostra o se restare sulle rampe e rientrare in tangenziale dall’entrata di Giostra, “saltando” il viadotto Ritiro.
L’autorizzazione rilasciata da Santoro e le sue dichiarazioni hanno subito riacceso le polemiche riproponendo un dubbio annoso: lo svincolo poteva essere aperto anche in uscita tre anni e mezzo fa, quando fu aperto in entrata? Torniamo al problema del giunto “temporaneo”, che verrà adottato per 4, 5 o 6 mesi. Resta un’incognita sapere se avrebbe potuto reggere per 4 anni (i tre e mezzo trascorsi più gli altri mesi che serviranno per realizzare le nuove pile e le campate) ma le perplessità sono più che legittime se si pensa alle parole del prof. Ricciardi e se si considera che 4 anni sono un tempo 8 volte maggiore rispetto a 6 mesi.
(Marco Ipsale)