Il carovoli dalla Sicilia è un’emergenza che tocca ormai tutte le famiglie dell’isola. Se prendere un aereo per Natale può arrivare a costare anche 500 euro, non si può non parlare di una situazione di disagio e discriminazione che i siciliani subiscono da troppo tempo.
A dirlo è la deputata di Fratelli d’Italia Elvira Amata, che promette una battaglia politica seria e concreta a Palermo.
«Il costo esorbitante dei voli aerei da e per la Sicilia è una battaglia che a Palermo stiamo combattendo con le unghie e con i denti. Ci sono giovani che studiano fuori sede, e io lo vivo da madre. Ma anche tanti cittadini isolani che si spostano per ragioni di salute, di lavoro. Le famiglie vogliono e hanno diritto a riunirsi per le festività. Questa condizione di insularità che per noi è da sempre un minus non può diventare per l’ennesima volta un ricatto a scapito dei cittadini normoreddito».
La deputata messinese ricorda che lo scorso anno Fratelli d’Italia aveva già presentato una proposta a prima firma del deputato Galvagno. Chiedeva la creazione di un fondo di sostegno per ridurre i costi dei biglietti aerei sempre più cari. «Proprio perché riteniamo che la Regione Sicilia debba e possa incidere sulle politiche nazionali che riguardano il nostro territorio, stiamo portando avanti una campagna di coscienza e presa di consapevolezza dei cittadini da una parte e un vero e proprio braccio di ferro con Roma».
La Amata spiega che da Presidente della Commissione Statuto sta lavorando affinché si abbattano quegli steccati che ci rendono schiavi di tempi e burocrazie tiranne a cui non importa certo che la Sicilia possa alzare la testa. «In sinergia con il collega Stancanelli sto lavorando a rendere la rete Sicilia-Europa sempre più forte e diretta. Senza che le nostre istanze debbano fare giri tortuosi e perdersi nei rivoli del passaparola eterno. Siamo una Regione a Statuto Speciale e abbiamo il sacrosanto diritto di autodeterminarci. Rimanere impantanati per assenza di decreti attuativi e far fare alla Sicilia anticamera a Palazzo Chigi per anni non è più ammissibile. Le ripercussioni sono palesi e si traducono in disagi concreti che tocchiamo con mano: questo ne è un esempio.
L’Europa ha già decretato l’effettività di questa condizione disagiata che la nostra regione vive. Parallelamente l’Assessore Armao, che sui temi delle sperequazioni tra regioni e i rischi di un possibile regionalismo differenziato è profondamente focalizzato, sta conducendo una trattativa complessa con Roma per portare a casa risultati concreti. Stiamo veramente e alacremente lavorando sodo per mettere fine a vergogne perpetrate per decenni».