MESSINA – Partire e lasciare Messina è difficile. Tornare lo è ancora di più. Ci sono tanti messinesi che stanno rientrando in città per le festività natalizie, pagando prezzi altissimi per i voli dal nord Italia e dall’estero, o scegliendo il treno e mettendoci oltre 10 ore. Le testimonianze sono tante e tutte diverse, tra chi paga uno stipendio intero per andata e ritorno e chi ancora oggi, a una settimana dal Natale, rinuncia e riflette sul tornare in auto, forse per Capodanno.
Federica, ad esempio, tornerà a Messina il 20 dicembre: “Già è difficile dover scegliere se prendere qualche giorno di ferie in più a Natale o in estate. Poi bisogna fare anche una seconda scelta: sia che lavori, sia che studi, devi decidere come tornare. Io per un volo solo andata ho dovuto pagare 204 euro. Ho preferito partire da Linate verso Reggio Calabria, considerando che tra aereo, eventuale treno o bus per Malpensa, più il bus da Catania a Messina si arriva alla stessa cifra”.
Aggiunge Federica: “Purtroppo prenotare a ridosso non aiuta. Converrebbe coi treni, ma chi te lo fa fare di viaggiare per 8 ore, se tutto va bene e non si rompe qualcosa? Ci si brucia quasi un giorno festivo o di ferie. Io lo sfrutto sempre perché mi permette di lavorare. Stavolta ho scelto l’aereo, ma non è che tutti possiamo prenotare a settembre per dicembre: non sai mai se puoi prendere le ferie, se hai riunioni, se puoi o non puoi chiedere lo smart working o, se sei studente, se c’è qualche esame. Mia sorella partirà il 24”.
“Ho trovato subito una soluzione che però non è molto comoda – racconta invece Vitalina -. Già a inizio novembre avevo trovato dei biglietti aerei con Ita Airways da Milano a Catania o a Reggio Calabria. Cambiano una cinquantina di euro a favore dell’aeroporto calabrese, ma eravamo sui 740-780. Ho dovuto optare per il Frecciarossa da Milano a Villa San Giovanni a cui dovrò aggiungere l’attraversamento. Quindi salti mortali? In questo senso sì. Per risparmiare dovrò fare un viaggio di 11 ore e non di un’ora e un quarto. Il prezzo è salito troppo per quanto riguarda i voli. Ma anche con il Freccia ho pagato molto visto che erano rimasti pochi biglietti, intorno ai 230 euro. Io magari me lo posso permettere fino a un certo punto, ma fare un viaggio in treno per 11 ore è davvero molto pesante”. E poi ironicamente ha aggiunto: “In 11 ore arriverei a Miami”.
Raffaele, che dovrebbe tornare dal Veneto, ci spiega che ancora oggi, a una settimana dal Natale, non ha deciso se tornare o dare appuntamento ai mesi estivi: “Il caro voli mi ha costretto a non sapere se scendere o meno per le feste. Alla fine deciderò solo a ridosso di Capodanno se tornare a Messina visto che i voli sono intoccabili già da ottobre e la spesa minima per due è di circa 400 euro più il trasporto da e per Catania. Tornare in macchina con il caro benzina, paradossalmente, è più economico anche se stancante”.
Ma non c’è solo il rientro dal nord al sud Italia. Francesco, ad esempio, tornerà dalla Spagna: “Si sa che i prezzi possono schizzare, ma quest’anno già da un mese e mezzo prima di Natale il diretto da Barcellona a Catania era inaccessibile. Parliamo di 350-400 euro. Ho aspettato, finché non ho trovato un’opportunità con scalo a Malta che mi ha permesso di ridurre un po’. E sono stato fortunato per il ritorno, perché ho aspettato e qualche giorno fa ho trovato un prezzo accessibile, che mi ha permesso di limitare, se cosi si può dire, le spese”.
Noemi tornerà il 21 sera con un volo che costa 350 euro: “Dovevo partire il 16 ma dovrò tornare il 21 per lavoro. Però non lo avrei mai fatto a questi prezzi se non mi avesse pagato il biglietto l’azienda. Ci sono prezzi davvero alti”.
Giovanni, infine, non torna a Natale da anni: “Preferisco evitare, costa sempre di più. Soprattutto all’inizio della mia avventura al nord era difficile far coincidere ferie e costi, così preferisco tornare in altri periodi, il più delle volte a fine estate. Quest’anno, invece, tornerò a marzo per diversi motivi: ormai da anni ho capito che bisogna scegliere, tanti di noi sono costretti a restare lontani dalle famiglie per non spendere troppo o per non imbarcarsi in viaggi della speranza”.