Terzo tentativo. La giunta Accorinti ci riprova per la terza e, si spera, ultima volta. In tre mesi ecco partorita la terza delibera per dare vita all’ormai famigerata Messina Servizi Bene Comune, la nuova società che dovrà occuparsi di gestione rifiuti, raccolta, servizi ambientali, verde pubblico e cura dei cimiteri. E’ la società che dovrà prendere il posto di Ato3 e Messinambiente, è la società che l’amministrazione ha fortemente voluto per provare a cambiare pagina nella gestione dei servizi pubblici che riguardano il settore ambientale, è però anche la società che si è rivelata come soluzione migliore per uscire da uno stallo amministrativo, burocratico e politico in cui ci si era ritrovati dopo tre anni spesi per creare la grande Multiservizi, sogno del segretario/direttore generale Antonio Le Donne. Tre anni di percorsi, provvedimenti, delibere, atti corposi che hanno dettato la linea da seguire, a cominciare dal Piano Aro e passando per gli atti di indirizzo, il piano di razionalizzazione delle partecipate, anche tutto il lavoro per affidare i rifiuti all’Amam, poi sconfessato dal consiglio comunale che ha chiesto all’amministrazione quella concertazione politica che ha portato alla decisione di mettere una pietra sopra tutto ciò che era stato fatto per scegliere di creare da zero una nuova società. Da qui, a settembre, nasceva la prima delibera di costituzione della Messina Servizi Bene Comune. Delibera che conteneva anche affidamento del servizio e contratto di servizio, un provvedimento troppo corposo, fermato dai Revisori dei Conti che hanno dato parere negativo proprio su questo aspetto. Altri tre mesi trascorsi praticamente invano. Ma l’amministrazione ha deciso di seguire le indicazioni dei Revisori, nonostante il segretario generale abbia difeso fino alla fine la correttezza dell’iter seguito. Per evitare di perdere ulteriore tempo, visto tra l’altro le condizioni disastrose di Messinambiente, ha deciso di dividere gli atti. Ecco dunque sfornata la delibera proposta anche questa volta dagli assessori al Bilancio e alle Partecipate Luca Eller e Daniele Ialacqua che costituisce la Messina Servizi Bene Comune e contiene lo statuto della nuova società. Rispetto a quanto era stato definito a settembre cambia poco o nulla, tra le novità c’è che la società di occuperà anche di verde pubblico, servizio che non erano stati contemplati nella prima versione del provvedimento.
Era stato infatti proprio il Piano Aro a fissare i servizi che la società a cui viene affidato il settore ambientale deve svolgere: dallo spazzamento alla pulizia di cimiteri, fiere, mercati, spiagge, torrenti, discariche abusive, raccolta differenziata e porta a porta, gestione dei centri di raccolta, cioè tutto ciò di cui finora si è occupata Messinambiente. A questi si aggiungono adesso disinfezione, disinfestazione e derattizzazione, manutenzione del verde, bonifica di terreni, promozione e sensibilizzazione sui temi della gestione rifiuti, prevenzione e repressione dei comportamenti contrari all’igiene urbana. Nel lungo elenco c’è anche la «gestione degli impianti per il trattamento e valorizzazione dei rifiuti e della raccolta differenziata».
Il capitale sociale investito in questa nuova società ammonta a 100 mila euro, diviso in mille azioni da 100 euro ciascuna. Cifra che dovrà trovare copertura economica nel bilancio di previsione 2016. E’ il Comune a mettere sul piatto questa cifra perché è il Comune all’unico socio della MessinaServizi. Si specifica che «in nessun caso Palazzo Zanca può cedere le proprie azioni a soggetti privati». Una clausola che intende garantire la coerenza con quanto previsto dal diritto comunitario. Altri 100 mila euro saranno spesi anche nel 2017 e poi nel 2018 per patrimonializzare la società.
La delibera adesso tornerà dai Revisori e poi in consiglio comunale. Manca però all’appello l’altro provvedimento che dovrebbe camminare in parallelo, cioè quello dell’affidamento dei servizi. Altrimenti in questo modo ci si potrebbe trovare di fronte all’obiezione di costituire l’ennesima società vuota, nonostante le intenzioni siano ben chiare. I rumors di Palazzo Zanca dicono che la giunta non ha approvato contestualmente anche questo provvedimento per qualche dissidio politico interno ancora di sciogliere. Ma i tempi sono serratissimi. Oggi l’assessore Ialacqua ha incontrato i sindacati che ovviamente tengono il fiato sul collo dell’amministrazione perché esigono chiarezza anche sul fronte occupazionale, visto che in ballo ci sono quasi 600 lavoratori tra Ato3 e Messinambiente. E al momento, al di là delle centinaia di pagine delle delibere, non c’è altro.
Francesca Stornante