Doveva essere un addio. E invece è stato un arrivederci durato solo un paio di mesi. A Messinambiente torna la Seap, società che per diversi anni ha gestito il servizio di trasporto in discarica della spazzatura messinese. La società di via Dogali ha sempre avuto problemi con i mezzi per effettuare i viaggi in discarica, da qui la necessità di affidarsi ad un esterno. Lo scorso gennaio però l’ex commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di Maria aveva deciso di chiudere i rapporti con la Seap per gestire il servizio in house, provando ad usare meglio i mezzi a disposizione. Un’operazione che per Di Maria in quella difficilissima fase si era rivelata necessaria per provare a tagliare i costi della gestione dei rifiuti. Erano i giorni delle polemiche Tares, dell’attività ispettiva del consigliere Daniele Zuccarello negli uffici di via Dogali, da lì a poco sarebbe esplosa la bufera Messinambiente, con la durissima presa di posizione dell’amministrazione comunale, le carte in Procura, le prime indagini da parte della magistratura. Per l’ex liquidatore mettere alla porta la Seap era un’esigenza per risparmiare e infatti l’operazione avrebbe eliminato i circa 150 mila euro mensili che fino a quel momento si spendevano portare la spazzatura in discarica. Basti pensare che nel piano finanziario 2013, il costo dei 10 automezzi della Seap, destinati al trasporto in discarica è stato di € 1.306.457, costo medio orario di € 59,38.
Sono passati pochi mesi, sono totalmente cambiati i vertici di Messinambiente, ma proprio in questi giorni la Seap è tornata. La società oggi amministrata da Alessio Ciacci con le proprie forze non ce la fa, sono quattro i mezzi della Seap che adesso saranno impiegati nei viaggi verso Mazzarrà Sant’Andrea. Una scelta evidentemente obbligata per la nuova governance di Messinambiente, scelta che però costringerà ad aggiungere una nuova spesa. Senza dimenticare che proprio con la Seap c’è da saldare un debito pregresso di circa 400 mila euro.
A storcere il naso è ancora una volta il consigliere dei Progressisti democratici Daniele Zuccarello che non riesce a comprendere quale logica abbia convinto i nuovi dirigenti a tornare così prepotentemente alle vecchie logiche del passato. Zuccarello ricorda che proprio il trasporto in discarica era stato uno dei punti caldi di quel lungo report denuncia che consegnò nelle mani dell’amministrazione comunale per provare a far cadere qualche velo su costi e modalità di gestione di un settore tanto delicato e fondamentale. Il consigliere aveva messo sotto la lente di ingrandimento soprattutto le modalità di pagamento per il servizio Seap, inizialmente concordate “a viaggio” (950 euro + iva ciascuno) con un carico che variava dalle 13 alle 16 tonnellate e successivamente trasformate “a carico” (25 euro + iva a tonnellata). Zuccarello aveva rilevato la strana usanza di utilizzare i mezzi interni a carico ridotto, nonostante la capienza, e i mezzi Seap sempre a carico pieno, dunque con costi maggiori. E si chiedeva perché alcuni mezzi rimanessero fermi in autoparco e altri sottoutilizzati.
Oggi per Zuccarello tornano gli stessi dubbi. Perché spendere quelle cifre quando si potrebbero effettuare interventi sui mezzi fermi o guasti? O perché non acquistare mezzi nuovi con gli stessi soldi che invece si spendono per pagare la Seap? Il consigliere girerà queste domande direttamente al liquidatore Ciacci. Nel frattempo ricorda che anche sulla Seap si concentrò l’attenzione della magistratura.
Francesca Stornante