“Sono 4 anni che chiedo ai padroni di questi poveri cani di dargli da mangiare, da bere e magari liberarli un po’. Invece sono costretti a rimanere legati a una catena, privi di cuccia, senza cibo né acqua. Non possono ripararsi dal caldo né dal freddo. Ormai non hanno più nemmeno la forza di fare la guardia!” Questa è la testimonianza di Viviana Parisi, la ragazza che ha denunciato i maltrattamenti ai danni di due cani, all’interno di un cantiere navale sito al termine del Lungomare, documentandoli con molte fotografie. “Tutte le volte in cui il padrone è stato sollecitato ha rimediato per un breve periodo, per poi far finta di nulla. E’ una situazione insostenibile”.
Pochi giorni dopo la segnalazione sono intervenute le autorità, che hanno provveduto a controllare lo stato dei cani e hanno messo tutto a verbale. Al proprietario è stato intimato di installare una catena più lunga e di mettere sempre a disposizione degli animali cibo e acqua fresca. “Ho chiesto se per legge possono stare sempre legati, dalla mattina alla sera, e la guardia zoofila mi ha risposto che devono avere una catena piu’ lunga, ma non è possibile imporre ai padroni di liberarli”.
E già ci si chiede quanto durerà la nuova situazione. Le forze dell’ordine hanno garantito che i cani saranno tenuti sotto controllo, ma l’attenzione resta alta. E forse è proprio la capacità di cittadini e associazioni di unirsi per cause di buonsenso la buona notizia della vicenda: tanti i commenti su Facebook a supporto della denuncia di Viviana, che in un primo momento si era sentita isolata dal silenzio dei suoi compaesani. Ad aiutarla ha contribuito anche l’associazione “Volo di rondine” che ha inoltrato una mail alle istituzioni e alla stampa locale. La ragazza ha ringraziato sul social network coloro che l’hanno sostenuta: “Volevo ringraziare per l’aiuto e le condivisioni volte a segnalare pubblicamente lo stato in cui si trovano questi cani. Spero che da oggi abbiano una vita migliore” La ragazza ha ringraziato sul social network coloro che l’hanno sostenuta.
Giovanni Passalacqua